Regia di Antonio Pietrangeli vedi scheda film
VOTO 7,5 DURO (Tv 22 Aprile 2011) Il compianto Pietrangeli prende due piccioni con una fava, infatti per mezzo di un soggetto intrigante e simbolico, affronta sia i lati oscuri del Boom che l'inizio dell'emancipazione femminile, due eventi epocali del nostro dopoguerra e dell'intera storia italiana. L'intento sociologico si scontra con il pessimismo sulle reali possibilità esistenziali degli uomini e quello che ne scaturisce è un duro e triste affresco sul nulla, sulla falsità delle relazioni sociali in un mondo ormai votato al consumismo non solo delle cose ma anche di quello delle anime, in un costante conflitto con le vecchie tradizioni. E il perbenismo più la falsa morale della famiglia per bene la fanno da padroni, quindi le prostitute non possono cambiare, non c'è possibilità di redenzione, sono semplicemente un oggetto di consumo, una merce da gestire imprenditorialmente ma allo stesso tempo scomode e anti-sociali. Anche per questo il personaggio chiave, oltre alle ragazze è quello di Mastroianni, simbolo tragico e fragile dell'uomo nuovo, senza morale, senza ideali ne rispetto, individualista fino all'autodistruzione, al contrario di Adua e le sue amiche che basano tutto sulla collaborazione e la solidarietà. Sono passati 50 anni ma le tematiche affrontate nel film sono ancora profondamente attuali, insomma un bel pugnetto nello stomaco... Forse c'è qualche passaggio didascalico e un po' veloce (tutto il prefinale) ma la messinscena è sicura e professionale (ottimo tutto il cast tecnico) e la strada verso il grande capolavoro "Io la conoscevo bene" è intrapresa; poi ogni volta che Simone Signoret è in scena, con la sua malinconica disillusione nello sguardo, non si può fare a meno di entusiasmarsi per una delle attrici simbolo del cinema europeo di tutti i tempi.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta