Regia di Franklin J. Schaffner vedi scheda film
Due candidati alla presidenza si affrontano alle primarie del loro partito: ovviamente l'obiettivo non è dimostrare di essere il migliore (The best man, titolo originale) ma tirare fuori gli scheletri dall’armadio dell’avversario (un disturbo mentale per il primo, un sospetto di omosessualità per il secondo). L’ex presidente vecchio e malato dovrebbe fare l’ago della bilancia; invece si arriva a un finale salomonico, che guarda a Lo stato dell’unione ma non dimentica Tempesta su Washington. Ritratto impietoso di una politica spettacolo giocata sulle apparenze e sugli opportunismi, che rende il senso di disorientamento dell’America post kennedyana (e, col senno di poi, pre nixoniana). Oggi può sembrare risaputo, ma in rapporto alla sua epoca lo è molto meno; risaputo, semmai, è un film come Le idi di marzo nel 2011. Attenzione ai titoli di testa, sui quali scorrono le immagini di tutti i presidenti da Washington a Johnson: come a dire che le cose sono sempre andate più o meno così.
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