Regia di Luchino Visconti vedi scheda film
Esterno notte, un giovanotto di nome Mario gira per le stradine di una città portuale in cui è stato da poco trasferito. Ad un certo punto si imbatte in una ragazza dai capelli biondi che sta piangendo, la protegge dall’assalto di due giovinastri in moto, la segue e nonostante la diffidenza le strappa un appuntamento per la sera seguente. Natalia (questo il suo nome) dopo una iniziale ritrosia racconta a Mario la sua storia: è di origine slava vive con la nonna cieca e riparano tappeti. Lei e la nonna campano anche affittando una stanza, Natalia si innamora del misterioso inquilino che per un po’ di tempo vive con loro. Questi parte improvvisamente con la promessa di tornare dalla ragazza perché le ha ricambiato l’amore. Ecco spiegato il motivo per cui ogni notte alle dieci va su un ponticello ad attenderlo. Mario pur di non perderla asseconda le sue stranezze, finge di recapitare una lettera per lui e si comporta da amico comprensivo. Dopo aver trascorso una notte di balli, litigi, tenerezze e illusioni, al termine di una notte imbiancata dalla neve l’inquilino riappare. Natalia lo saluta e corre da lui, per Mario – innamorato dichiarato – è la più grande delle delusioni. LE NOTTI BIANCHE, tratto dall’omonimo romanzo breve di Dostoevskij, venne riadattato da Luchino Visconti e Suso Cecchi d’Amico modificando ambientazioni e inserendo nuovi personaggi e scene. Lo scorcio della vicenda venne ricostruito a Cinecittà, e Visconti regista dandogli un aspetto fantastico trasferì di riflesso questa caratteristica allo stile e al rapporto tra i due protagonisti, tra il sentimentale e il poetico. Storia di due sognatori, di due solitudini: Natalia è una ragazza semplice, una sorta di Cenerentola ingenua, genuina e alla fine inconsapevolmente cinica. Mario pure lo è (benché abbia una posizione sociale superiore, è un impiegato) ma lui è soprattutto un credulone romantico, puro e di indole buona, accudito come un bambino dalle domestiche del pensionato in cui si risveglia ogni mattina. Se Maria Schell (Natalia) ogni tanto va sopra le righe, ride e piange un po’ troppo, Marcello Mastroianni (Mario) all’epoca l’interprete preferito del Visconti teatrale, e prima ancora di incontrare la grande notorietà con Monicelli e Fellini, dà sfoggio di tutto il suo talento esprimendo non solo la sua vasta gamma espressiva ma interpretando dal di dentro e con spontaneità sentimenti e stati d’animo. Una meraviglia da ammirare contrapposta (in questo film) all’inespressività e rigidità di Jean Marais (l’inquilino). Molto brava Clara Calamai nell’interpretazione non superficiale della prostituta. Un’opera fuori dal tempo, tra le più soavi e meno acclamate di Visconti.
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