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Cronos

Regia di Guillermo Del Toro vedi scheda film

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La recensione su Cronos

di munnyedwards
6 stelle

 

 

Del Toro è regista dalla tecnica non comune e dallo spiccato senso visivo, qualità che nel corso degli anni lo hanno inserito con pieno diritto tra i massimi esponenti del cinema fantastico, recentemente si è un po perso dietro a produzioni Hollywoodiane dal grande budget ma il suo talento non è mai stato in discussione, l’autore messicano resta a tutt’oggi un punto di riferimento per gli appassionati del genere.

Cronos segna il suo esordio nel lungometraggio (1993) e ci ricorda perché i film di Del Toro ci piacciono tanto, per la loro leggerezza di fondo e per una rappresentazione elegante e poetica, senza dimenticare la dimensione fiabesca sempre inserita con perizia nell’ambito del fanta/horror.

In questa prima prova sono già presenti tutti gli elementi caratteristici del suo cinema, sia da un punto di vista tecnico che tematico; a cominciare dall’uso sapiente della macchina da presa per finire con l’ossessione per insetti, meccanismi e mostri.

Ed è proprio da questo trittico d' influenze che nasce lo spunto per la storia di Cronos, protagonista un vecchio antiquario di nome Jesus Gris (Federico Luppi) che si ritrova fra le mani un antico artefatto in grado di donare la vita eterna, l’oggetto da anni viene ricercato da un miliardario in fin di vita e dal suo “pittoresco” nipote, ma Jesus non sembra intenzionato a cederlo.

 

Federico Luppi

Cronos (1992): Federico Luppi

 

Federico Luppi

Cronos (1992): Federico Luppi

 

Quella di Del Toro va considerata come una rilettura moderna del tema vampiresco, presentata con notevole senso estetico e toni leggeri, pur essendo un racconto che si rifà all’horror classico non mancano comunque derive più intimiste, restando tuttavia confinati in un atmosfera mortuaria e malinconica.

Ruolo fondamentale quello della bambina muta, lo sguardo dell’innocenza che si specchia nell’orrore dell’ignoto e che in nome dell’amore lo accetta senza farsi troppe domande, anche questo è un aspetto caratteristico della produzione di Del Toro, ripresentato poi in quelli che io considero i suoi film migliori (La spina del diavolo e Il labirinto del fauno).

Il film non ha la forza visionaria e drammatica delle pellicole sopra citate ma considerando che parliamo di un esordio a budget ridotto direi che si difende abbastanza bene, il racconto ha uno sviluppo lineare che affascina e coinvolge (soprattutto la prima parte) e almeno un paio di personaggi azzeccati, l’antiquario di Luppi sopraffatto dal sogno dell’immortalità e l’aiutante del miliardario interpretato da uno schizzato Ron Perlam.

Il film purtroppo è inedito in Italia, è disponibile per l’home video solo l’ottima edizione Criterion, se amate il regista un recupero è da prendere in seria considerazione.

Voto: 7

 

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