Regia di Ninì Grassia vedi scheda film
Ascesa parallela di due amici in campo artistico: uno cantante, l’altro ballerino; contemporaneamente i due conoscono due sorelle di cui si innamorano.
Siamo nel 1984 e quantomeno a Napoli, città nella quale il napoletano Ninì Grassia gode di un discreto culto, è legittimo aspettarsi un altro tipo di… campione, affiancato al cantante del titolo: ma niente calciatori argentini, ahinoi: solo campioni di ballo acrobatico. La pellicola è il solito rimasticamento di luoghi comuni fra musicarello e sceneggiata partenopea, con una storia sbiadita (sceneggiatura dello stesso regista), toni fotoromanzeschi e interpreti limitati; dove non arrivano recitazione, dialoghi e azione, comunque, ci pensano le lunghe scenette canore e danzerecce a riempire. Quantomeno la durata è limitata a poco meno di un’ora e mezza, comunque lunga a trascorrere in una simile visione; fra gli interpreti si possono citare l’esordiente (e subito dopo pressoché scomparso) Marc Daimon, Marco De Giorgio, Elena Valentino, Ettore Squillace, Sabrina Ciorcione e Francesco Colella: siamo a ridosso dell’anonimato. La confezione (fotografia di Luigi Ciccarese, montaggio di Vanio Amici, scenografie di Enrico Brancato) è approssimativa, ma certo non la cosa peggiore del lavoro; il titolo proviene dall’omonimo brano di Patrizio Esposito, cantante melodico prematuramente scomparso qualche mese prima dell’uscita del film. 2/10.
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