Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Il n'y a pas de plus profonde solitude que celle du samouraï si ce n'est celle d'un tigre dans la jungle... peut-être..
Mi capita molto spesso di leggere le liste dei film preferiti dalla gente, qui su Filmtv o più generalmente in giro per il web. Mi capita anche di imbattermi nelle videorecensioni su Youtube della new wave della critica on-line e non di rado anche nei tradizionali siti web o forum. Trovare qualcuno che parla de "Le Samouraï" di Jean Pierre Melville è molto difficile. Parecchi potrebbero essere i motivi: lo snobbismo della critica verso il cinema di genere (anche se è proprio col genere che nasce il cinema) o più semplicemente l'età anagrafica del film stesso. Fortunatamente alcuni illustrissimi registi che hanno ammirato questa incredibile pellicola non sono dello stesso avviso poichè ci troviamo davanti a uno dei film noir più copiati/citati della storia del cinema. Jef è un sicario a sangue freddo, che vive in solitudine nella sua camera d'albergo con la sola compagnia del suo uccellino. Dopo aver ucciso su commissione il proprietario di un night, un ostinato poliziotto indagherà sul caso, ma l'alibi pefetto costruito da Jef e da una prostituta a lui molto devota, renderà le indagini molto difficoltose. Nasce quindi una lenta caccia, portata avanti anche in maniera subdola dal poliziotto. Possiamo trovare diverse similitudini tra "Le Samouraï" e il noto "Taxi Driver" di Martin Scorsese: sia Jef che Travis sono due personaggi caratterizzati da una solitudine intrinseca al loro modo di agire, dovuti ovviamente a motivi e contesti differenti; entrambi passano la maggiorparte del tempo nella loro auto, spesso di notte, osservando una società estranea alla loro condizione. Più plateali sono i riferimenti di "Ghost Dog" di Jim Jarmush, come il rapporto tra il protagonista e gli uccelli, i guanti bianchi per "operare", i furti d'auto, i bassi fondi e la morte con l'arma scarica. Lo stesso Jarmush dichiarerà che "Ghost Dog" è un grande omaggio all'opera di Melville. "Le Samouraï" ispirerà chiaramente anche Nicholas Winding Refn per il suo "Drive", in cui il protagonista interpretato da Ryan Gosling sarà anch'esso personaggio semi-muto e semi-inespressivo, focalizzato solo sul portare a termine i propri incarichi. Anche Michael Mann, Walter Hill e John Woo devono molto al maestro del polar francese. Le sequenze memorabili si sprecano, colonna sonora più che mai azzeccata, ogni fermo immagine è un quadro, Alain Delon è probabilmente l'unico volto esistente adatto a interpretare Jef e Melville fa il resto. Opera destinata a rimanere impressa nella testa di chi l'ha ammirata almeno una volta. L'unica nota stonata è il titolo scelto dalla distribuzione italiana.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta