Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Polar è una parola francese nata dall'unione di poliziesco e noir, solitamente adoperata dalla critica cinematografica per indicare pellicole con forti venature noir esistenziali miscelate con elementi presi dal polizesco solitamente consistenti in un'indagine da parte delle forze dell'ordine. Il regista francese Jean Pierre Melville ne fu il massimo esponente e dopo un ulteriore visione di questo film approfittando del dvd uscito qualche mese orsono, credo sia giusto e doveroso aumentare il voto sino al massimo e quindi conferendogli l'onore della quinta stellina.
Le Samourai (mi rifiuto di usare il titolo deficente italiano) è un polar fortemente stilizzati nelle immagini e nello stile di regia; l'omicidio è un rituale che il protagonista Frank Costello (Alain Delon) segue scrupolosamente e vi si attiene rigidamente; una concentrazione nella propria stanza, un'occhiata all'uccellino in gabbia, lo specchiarsi innanzi allo specchio ed indossare gli immancabili borsalino e impermeabile, girare in città andando dalla propria amante Jane Lagrange (Nathalie Delon, moglie dell'attore all'epoca) e poi in una picocla bisca per procurarsi un doppio alibi ed infine l'atto finale che trova il suo apogeo nell'omicidio.
I primi 10 minuti dove il regista ci presenta questo meticoloso e calcolato rituale, ripetuto ossessivamente chissà quante volte dal protagonista precedenti volte, sono totalmente privi di qualsiasi dialogo, aumentando così la dose di fascino e ambiguità della figura del killer Frank Costello su cui indubbiamente poggia gran parte del peso del film.
Il volto angelico di Alain Delon rende questo personaggio bellissimo, anche se non emana un briciolo di calore nella profondità dei suoi occhi, dimostrandosi un personaggio freddo, ma non necessariamente coincidente con una figura manipolatrice o senza alcuno scrupolo. Di sicuro è una persona che ha ridotto ogni gesto della propria vita e ponderato parola che pronuncia all'essenziale, senza sprecare mai nulla.
Non si sa cosa gli passi per la testa, molto spesso parla solo se è interpellato da qualcuno, ma altre volte spontaneamente pronuncia delle parole come quando decide di ringraziare la pianista Valeriè per aver detto all'spettore di polizia che il killer del proprietario del night club non era lui nonostante lo avesse visto chiaramente in viso.
Amante della solitudine, Costello ha interiorizzato appieno la filosofia e l'essenza della figura del samurai, guerriero che perfeziona l'arte dell'uccisione giorno dopo giorno e che vive solo di quello, facendo convergere ogni piccolo dettaglio della propria vita sullo stroncare vite altrui. Braccare un samurai non è per niente facile e ne faranno le spese i mandanti che vogliono farlo fuori perchè temono che la polizia possa incastrarlo e le stesse forze dell'ordine impazziranno nel pedinarlo, poichè l'uomo conosce come le sue tasche la metropolitana ed i tempi su cui essa si basa, sfuggendo sempre ai pedinamenti grazie una cura maniacale del dettaglio.
Difficle sapere cosa passi nella testa dei personaggi le cui motivazioni sono sempre sfuggenti, conta cosa fanno e non il perchè; sicuramente Costello ha un forte senso di responsabilità quando si fà carico di ogni problema pur di non far compromettere la sua amante Jane, minacciata dal capo della polizia.
SIamo innanzi ad un polar quintessenziale e esistenziale, dove il superfluo scompare a favore della pura sostanza delle cose, non un film facile da afferrare nella sua astrazione, ma sicuramente un capolavoro assoluto della storia del cinema.
Film aggiunto alla playlist dei capolavori : //www.filmtv.it/playlist/703149/capolavori-di-una-vita-al-cinema-tracce-per-una-cineteca-for/#rfr:user-96297
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