Regia di Jean-Pierre Melville vedi scheda film
Non fece incassi da capogiro, ma colpì decisamente e a fondo più d'un recensore "Le Samourai", ribattezzato da noi "Frank Costello faccia d'angelo" ( anche se il killer protagonista si chiama nell'originale Jef Costello): considerato il miglior risultato di un cineasta oggi riconosciuto come autore di vaglia, Jean-Pierre Melville, il film si affida a dialoghi rari e di poca lunghezza, puntando molto su una stilizzazione del racconto hard-boiled che dipinge il sicario Costello come una figura quasi senza vita propria, capace di uccidere a freddo e di vivere in un appartamento spoglio, ravvivato solo dal timido pigolìo di un uccellino in gabbia. Melville insaporisce un canovaccio che molto deve alla mitologia gangsteristica del cinema USA con le notazioni psicologiche, eleganti e scrupolose, di una solitudine esistenziale che aumenta la statura tragica del personaggio principale. Che si perde, in fondo, attratto da una bella pianista nera ,figura in contrasto con il freddo killer senza contatto umano( da notare soprattutto l'antitesi tra le abitazioni di Costello e della donna), consapevolmente andando incontro alla morte per rivedere l'affascinante musicista: Delon, in un'interpretazione taciturna ed ermetica, tratteggia un personaggio acutamente cinematografico e letterario ad un tempo, il film, che oggi incuriosisce per l'aritmia con cui è condotto, è meritoriamente oggetto di culto.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta