Regia di Andrew V. McLaglen vedi scheda film
E' un film dedicato ai mercenari che rischiano ls vita in Africa, per combattere guerre che non sono le loro, sia per il vile denaro che per le giuste cause. La storia de "I QUATTRO DELL'OCA SELVAGGIA" inizia da un affarista inglese senza scrupoli, interpretato da Stewart Granger, che incarica un vecchio mercenario ubriacone, il colonnello Allen Faulkener (il grande Richard Burton), di liberare un presidente africano, tenuto prigioniero da un dittatore, per avere delle concessioni su certe miniere di rame. Faulkner accetta e recluta tre ufficiali, interpretati da Roger Moore, Richard Harris e Hardy Kruger, e un manipolo di valorosi. Saranno traditi, abbandonati in Africa e molti di loro moriranno, ma ci sarà tempo anche per la vendetta. E' un film di guerra inglese, dove la star è Richard Burton, scelta perfetta per Faulkner, visto che anche lui era facile all'alcool come il colonnello. Gli altri tre sono star solo per nome, Roger Moore, ai tempi era il James Bond in carica (aveva appena finito di girare "LA SPIA CHE MI AMAVA" e stava iniziando a prepararsi per "MOONRAKER - OPERAZIONE SPAZIO"), è stato scritturato per fare il bellone che snocciola battute, fumare sigari e guidare aerei, Richard Harris per fare un personaggio non dissimile da quelli che interpretava negli anni'70, come in "CASSANDRA CROSSING", mentre Haey Kruger è un attore tedesco che, all'epoca, aveva scritto libri sull'Africa e che era interessato al progetto. Stewart Granger sarebbe la quinta star, ma è solo una comparsa di lusso, anche se il tradimento proviene da lui. Interessanti e coloriti i mercenari di Faulkner, fra cui un infermiere invertito e un vecchio maresciallo che mette in riga sia Moore che Harris, con il suo addestramento da duri. Fra i quattro attori principali, oltre alla bravura di Burton, che sembra nato per comandare plotoni di diserati, sicuramente fa tenerezza la sottotrama di Richard Harris, che interpreta lo stratega del gruppo, il quale ha un figlioletto chhe aleva, in Inghilterra, praticamente da solo. Hardy Kruger, che impersona un mercenario africano bianco, ha alcune buone scene con l'attore che interpreta il presidente Limbani, l'uomo che Faulkner è incaricato di liberare, e il suo sacrificio è fra i più drammatici. Molti personaggi, infatti, muoiono nell'impresa, tanto da trasformare la seconda parte in un vero e proprio inferno africano. Roger Moore ha una scena iniziale molto forte, fa mangiare eroina ad un giovane spacciatore londinese per cui lavora (il suo personaggio ha una morale, consegna soldi, ma non si vuole immischiare con la droga), ma il suo tenente Shawn Fynn ha ben poche altre scene per mostrarsi e il più delle volte viene usato dal regista per stemperare con una, o più battutine, il clima infernale della campagna mercenaria andata a male. La palma dei migliori va a Burton ed Harris, perché hanno troppe scene insieme e perché i loro personaggi sono legati ad un unico destino. Un buon film di guerra che, forse, indirettamente, ha ispirato la trama del ben più commerciale ed americanissimo "RAMBO 2 - LA VENDETTA" del 1985 con Sylvester Stallone.
Un gruppo di mercenari viene assoldato da un lord inglese per liberare un presidente africano, ma i pericoli e i tradimento sono in agguat.
Azzeccata.
Qualche scena in più per Roger Moore, lasciato per troppo tempo da solo a fumare sigari col suo gruppetto.
Non è una vera star, come Burton, Moore e Granger, però il suo Pieter Kotzee si ricorda con piacere e dolore.
Ottimo nelle vesti di uomo d'affari inglese doppiogiochista.
Dopo Richard Burton, il migliore del gruppo, grazie alla sottotrama del figlioletto educato in un college inglese.
E' la star che fa meno degli altri, ma pilota gli aerei più scassati, scherza con i compagni, fuma i sigari, recluta il fondamentale Pieter Kotzee di Hardy Kruger e fa mangiare droga agli spacciatori di Londra. Mai visto un Roger Moore più duro di quello de "I QUATTRO DELL'OCA SELVAGGIA", chissà se poi ha usato un pò di quella durezza per i suoi Bond del 1979/1985.
Ennesima ottima interpretazione di un attore teatrale inglese maturo.
Discreto.
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