Regia di Don Siegel vedi scheda film
A seguito di uno scontro tra gang di giovanissimi, Frankie Dane, riconosciuto colpevole di minaccia ed altri reati, su segnalazione di un tale McAllister, finisce in un riformatorio. Una volta uscito, Frankie medita vendetta contro il testimone; elabora un piano per ucciderlo con l'aiuto degli amici Lou e Angelo. Ma, al momento di agire, l'entrata in scena di Richie, fratello minore di Frankie, impedisce che il proposito del ragazzo trovi compiutezza. Diretto nel 1956 da Don Siegel, "Delitto Nella Strada" racconta del montante disagio giovanile nel tessuto urbano statunitense. Molti dei personaggi del film sono ragazzi; sono rappresentati non impegnati in attività costruttive, così come gli adulti, ognuno dei quali è associato ad un ruolo ben preciso nella società, bensì aggirarsi, da soli o in bande, in cerca di scontri con i loro coetanei, per un dominio del territorio esclusivamente fine a sè stesso. Il protagonista, Frankie, è un personaggio decisamente sgradevole. Rancoroso, prepotente, capzioso, è gonfio di una rabbia che non ha causa se non nel suo stesso atteggiamento. E' fonte di dolore per una madre apprensiva, la quale l'ha cresciuto come meglio ha potuto, da sola, insieme ad un altro figlio. E' oggetto dell'attenzione di Wagner, un assistente sociale il quale tenta di riportarlo sulla retta via con inviti ad uno sviluppo civile e morale destinati a rimanere senza soddisfazione. Frankie, anche sfruttando la sua autoritarietà, ottiene la collaborazione di altri amici, Lou ed Angelo; con essi mette a punto il piano criminoso, che avrebbe avuto successo, se non fosse intervenuto il più giovane fratellastro, Richie. Già poco prima del progettato agguato adi danni di McAllister, Frankie aveva avuto un drammatico confronto con la madre, la quale gli urla contro il proprio dolore, la propria disperazione, per ciò che è diventato quel giovane uomo nel quale aveva erroneamente riposto speranze. Ciò avveniva alla presenza di Richie, muto testimone degli eventi recenti. Negli occhi del ragazzino, al momento del suo irrompere sulla scena del crimine in fieri, Frankie è in grado di rileggere di quegli stessi eventi, e lasciar affiorare in superficie la consapevolezza del proprio errore, che gli snebbia d'improvviso il cervello, offrendogli una possibilità di salvezza. Frankie è interpretato da John Cassavetes; ha sbagliato, persevera nel torto, contro tutto e tutti, finendo per diventare succube del ruolo che ha costruito per sè. Il ritmo è costante; gli eventi raccontati non sono molti e la tensione cresce in attesa dell'epilogo, il quale non è tragico come le premesse lasciano presagire. Colpisce l'indugiare dell'obiettivo sui volti dei personaggi, in grado di trasmettere allo spettatore le loro emozioni. A seguito di un'analisi superficiale, si potrebbe concludere che Don Siegel, intenda, con questo film, lanciare un'invettiva contro una gioventù violenta, priva di prospettive ed ideali. Frankie è un ragazzo particolarmente prepotente e determinato, ma non il solo personaggio poco affidabile. Agisce in una "galassia" di giovani accomunati dalla propensione alla violenza, alla sopraffazione, da soli o, preferibilmente - e più vigliaccamente - in compagnia, organizzati in bande. In realtà, l'oggetto della critica è la società degli adulti. Tra loro ed i giovani sembra impossibile instaurare un dialogo poichè essi ragionano e si rivolgono ai ragazzi adottando preconcetti, sistemi, schemi di pensiero ormai cristallizzati, non più al passo con tempi che cambiano. Non sono gli uomini più anziani a poter qualcosa contro Frankie; non è un assistente sociale, pur in buona fede. E' il dolore di una madre, ad aprire una breccia; ed è un fratello, una persona ancor più giovane di lui ad aver ragione della sua feròcia. Dunque, c'è speranza. Ma essa non trova generazione nel perbenismo, nel conformismo dominanti nella società dell'epoca. Un buon racconto drammatico di analisi sociale, ancor attuale nonostante i molti decenni che ci separano dal periodo di realizzazione del film.
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