Regia di Nicholas Verso vedi scheda film
Dall'Australia un curioso horror-non horror incentrato sul bullismo che rende impossibile la vita per tutti coloro che, considerati non omologabili, vengono presi di mira dal branco e divengono oggetto di scherzi spesso pesanti che li portano ad essere costretti a prendere decisioni e comportamenti che sfociano nel dramma.
Uno skaters bello e punta di diamante di un gruppo di amici estroversi e goliardici, comincia a non vedere di buon occhio tutte le angherie che il suo gruppo rserva ad un coetaneo piccolo e timido che cerca sempre di integrarsi e non restare isolato.
Pertanto, la notte di Halloween, il nostro protagonista, impietosito dell'ultima cattiveria perprìetrata dal suo gruppo, decide di abbandonare il branco per seguire il ragazzo, apertamente umiliato con atti di vandalismo presso la casa di familia che condivide col solo padre, essendo la madre deceduta da non molto tempo. Nel frattempo il nostro bel protagonista trova il tempo per dividersi con una bella coetanea che lavora nottetempo presso un supermercato della zona.
Assieme al ragazzo angheriato e preso in giro, i due amici percorreranno un sentiero fitto nella boscaglia ove si apriranno spazi di riflessione e visioni sognanti che solo molto tempo dopo chiariiranno al protagonista la drammatica situazione in cui si è risolta la vita dell'amico.
Le idee sono tante, eccentriche, alcune originali e visionarie, ma pur con le migliori intenzioni il regista Nicholas Verso, che già dal cognome tradisce poco celate origini italiane, impiega troppo tempo a sviscerarle, troppe coreografie stancamente e ripetutamente legate a quella che considero la festa più superficiale ed idiota dell'anno: Halloween, una ricorrenza che ormai al cinema, dopo tutto quello che è già stato raccontato da un maestro assoluto, e riproposto da un autore ormai cult, è davvero rischioso osare riproporre.
Simpatico e carino il protagonista Toby Wallace, giovane attore di belle speranze con già all'attivo qualche produzione australiana di un certo rilievo, e presente in sala assieme al regista Verso, rosso di chioma e fasciato in giacca barocca alla Michael Jackson, e alla altrettanto bella e giovane Mitzi Ruhlmann.
Grandi ambizioni, e sin qui nulla di male, ma una prolissità infinita che rende esausti e ci proietta ansiosi verso un finale che stenta ad arrivare, facendoci sospirare già dopo solo una prima ora e mezza che la necessità di chiudere è impellente.
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