Regia di Nicholas Verso vedi scheda film
Venezia 73 - Orizzonti
I ragazzi sugli alberi sono quelli che non crescono mai, e che le ragazze, più sveglie, sono costrette ad aspettare, o semplicemente coloro che cercano una posizione ideale per avere una vista migliore o ancora, chi lavora di fantasia con la mente estraniandosi da ciò che lo circonda.
Partendo da una base standard, l’accoppiata adolescenti e Halloween, il film porta avanti diversi percorsi, tra fantasia e sentimento, cambiamenti destinati a perdurare nel tempo e bullismo faticando a trovare una quadratura.
In una notte di Halloween nel bel pieno degli anni novanta, un gruppo di amici si prepara a combinare i soliti disastri, ma uno di loro è stanco di andare avanti così e intreccia un legame con una ragazza cui tiene e con un altro giovane, da sempre vessato dalla sua compagnia.
Sarà una notte diversa dal solito, tra conquiste e rivelazioni, con la paura dietro l’angolo e avventure di fantasia, quella che da tempo aveva accantonato pensando di essere già cresciuto troppo per credere nelle favole.
Boys in the trees è una pellicola australiana che si articola tra un percorso di maturazione istantaneo, tutto avviene nell’arco di una nottata, e uno sguardo sui giovani, con una predilezione per il racconto di piccole storie inventate, con protagonisti che si suddividono tra chi sogna un futuro diverso e chi si accontenta di essere il leader in una piccola realtà dove ha tutto ciò che di effimero vuole, tutto iniettato con incursioni horror e ancora di più di fantasia, spesso collegate ad aspetti non troppo rassicuranti.
Nicholas Verso ha una montagna di idee, ma metterle insieme nella pratica è tutta un’altra storia.
Sfalsando lo sviluppo su orientamenti molto distanti, si registra un costante problema di continuità narrativa, attenuato in parte da un’atmosfera accattivante che sonda i generi in chiave adolescenziale, con il merito di utilizzare il pretesto Halloween uscendo dalle consuetudini.
Tra lupi e agnelli, piccole lezioni di vita e preziose scoperte, c’è sempre qualcosa di nuovo che bolle in pentola, ma piazzato in maniera pericolante, per giunta su una durata eccessiva, non del tutto giustificata.
Sicuramente è un processo di ibridazione interessante, ma poco coeso, certo è che Nicholas Verso, anche autore dello script, non difetta in personalità e anche nel ricreare gli anni novanta, tra gli skateboard e le videocassette oltre la musica rock che inietta, soprattutto nella prima parte, dosi di energia.
Nel complesso Boys in the trees è un titolo che confonde, trascina in sogni inquieti per poi destarti con poco tatto, ondeggiando tra realtà e fantasia, peraltro riservando un (prevedibile, ma d’effetto) colpo di scena sul volgere al termine per poi chiudere i conti fin troppo blandamente.
Tanto materiale per un risultato che più altalenante non si può.
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