Regia di Rama Burshtein vedi scheda film
Un appuntamento per la sposa è un film che non lascia indifferenti. Fa una certa impressione e spiazza, perché inizia come una commedia, in parte anche scioccherella (una ragazza viene lasciata dal promesso sposo a pochi giorni dalle nozze, ma lei decide di sposarsi lo stesso, anche se ancora non sa con chi), per trasformarsi in qualcos'altro, mano a mano che procede. La vicenda si svolge a Gerusalemme e la protagonista, Michal, è una giovane di saldi principi morali e religiosi, la quale è sicura che Dio le farà trovare l'amore della sua vita, tra le persone che condividono il suo stesso sentimento di fede, tanto è vero che continua ad incontrare giovani chassidim.
Il gesto della giovane, che mantiene la prenotazione della sala di celebrazione del matrimonio, con tanto di invito per duecento persone, convinta che entro l'ottavo giorno dopo Hanukkah, vi celebrerà le nozze con uno sposo che ancora non conosce, può essere interpretato come una sfida a Dio ovvero come un estremo atto di fede. E, nonostante l'avviso in contrario dato a Michal da un rabbino, mi sembra che, conoscendo la ragazza nel corso del film - la sua testardaggine ma anche la sua sofferenza - si debba privilegiare la seconda interpretazione.
Al di là delle apparenze, Michal non cerca marito: la sua è una ricerca, basata sulla fede, dell'amore assoluto ed eterno, finché morte non vi separi. La ragazza si aspetta questa grazia come un dono di Dio, atteso al di fuori di ogni ragionevolezza, come un equivalente ebraico del credo quia absurdum dei primi teologi cristiani, nel silenzio dell'Onnipotente.
Il film di Rama Burshtein non è perfetto: sconta qualche banalità nel dialogo, probabilmente peggiorata dal doppiaggio italiano e per qualche verso anche il finale può apparire consolatorio. Tuttavia, l'opera è tutt'altro che banale (anche se gli uomini che Michal incontra sono tutti fin troppo aitanti) ed anche il finale che - ripeto - in altri contesti sarebbe potuto apparire come uno scontato happy ending, si manifesta qui come la conclusiva ricompensa del giusto.
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