Regia di Yasushi Kawamura vedi scheda film
L'animazione CGI giapponese ha sempre avuto un comportamento quiesciente, pronta a ritornare di tanto in tanto con esemplari di interesse più o meno elevato, e con tecniche sempre più all'avanguardia. Francamente in Gantz:O tanta avanguardia non se ne vede, ci avevano conquistati di più film medi come Capitan Harlock se non addirittura il mediocre Final Fantasy, anche visivamente. Per non parlare dell'esperimento simil-CGI che fu Kyashan - La rinascita.
In Gantz: O la novità non è neanche nei contenuti (già di per sé scindibili dalla forma, indi per cui posticci), che giustificano la loro ridondanza ammettendo la totale analogia del film con un videogioco. Anche il formato è da videogioco: Gantz:O sembra una versione lunga di quegli intermezzi che nei videogame si saltano per passare direttamente all'azione.
Vorrebbe essere una distopia diversa dalle solite: Osaka è colpita da strani esseri mostruosi (presi a pié pari dalle deformi creature dei sogni di Paprika di Satoshi Kon), e uno strano programma computerizzato prende alcuni esseri umani morti ammazzati per riprogrammarli come componenti di un videogioco (in stile Hardcore Henry, per intenderci). Dotati di tuta in lattice che manco certi Avengers e di un'arma propulsiva dai riflessi bluastri, i partecipanti si impegnano a combattere contro i mostri vandali allo scopo di totalizzare 100 punti, con i quali si potrà o ricevere un'arma più forte, o far risorgere un giocatore defunto, o liberarsi definitivamente dalle grinfie di questa realtà alternativa e parallela ma non virtuale. Affastellando una trama che renda il film comprensibile a chi non ha visto l'anime originale (e neanche i due film precedenti, stavolta con attori, fatti nel 2010 e 2011, rispettivamente Gantz - L'inizio e Gantz - Revolution), Gantz: O per qualche occhio potrà essere una valvola di sfogo, fatta di esplosioni, combattimento, sguardi enfatici, grandi ideali di amore (familiare e non), fratellanza, sacrificio, deus ex machina come se piovessero e chi più ne ha più ne metta. Ma per altri evidentemente no. A premiarsi saranno solo alcune trovate originali, come il gigantesco mostro fatto di donne nude (l'occhio che si trasforma in capezzolo è emblematico delle mentalità ironicamente distorta dei creatori). Il resto è puro pretesto. Non si corra a vedere neanche se si è appassionati, è piuttosto ridicolo. Con rari imbarazzanti sprazzi di ironia.
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