Regia di Philippe Falardeau vedi scheda film
Può essere che ai non appassionati di pugilato il nome di Chuck Wepner dica poco o nulla ma per i fan di Sylvester Stallone il protagonista di "The Bleeder", presentato fuori concorso alla Mostra del cinema di Venezia, fa balzare in mente in men che non si dica le immagini di Rocky Balboa che proprio alle vicende private e professionali di Wepner fu ispirato. Diretto da Philippe Falardeau ("Monsieur Lazhar") e interpretato con mimetismo degno del miglior actor studio dall'ottimo Liev Schreiber, "The Bleeder" - il sanguinolento, soprannome derivato dalle tumefazioni che ricoprivano la faccia di Wepner al termine degli incontri di boxe - ricostruisce con piglio documentaristico e un misurato senso dello spettacolo la vita del pugile che nonostante l'esclusione dagli albi d'oro dei titoli che contano qualcosa arrivò a giocarsi il titolo mondiale con il grande Mohamed Alì, al quale resistette per dodici riprese, finendo al tappeto solo qualche secondo prima del termine del match. A dispetto del personaggio raccontato nel film di John Avildsen sul quale Falardeau ritorna più volte e di cui si premura di raccontare la volta in cui il regista di "Rambo" propose al nostro di entrare nel mondo del cinema per recitare in un episodio della serie dedicata al pugile di Filadelfia, "The Bleeder" si nutre di un milieu più vicino agli anti eroi immortalati da Leonard Gardner a "Fat City" (il romanzo) con la differenza che il senso del tragico appartenuto al film di John Houston che portò al cinema il libro dello scrittore americano qui si trasforma in un malinconico e tutto sommato divertente rendez-vous con le avventure di una simpatica canaglia. Considerato che ciò che vediamo è tutto vero si rimane affascinati da come Wepner sia riuscito a sopravvivere a se stesso arrivando fino ai nostri giorni (caduto nella spirale della droga fu lasciato dalla moglie e fini in prigione con l'accusa di spaccio di stupefacenti) senza perdere neanche un pizzico del sua giovialità. Biopic in costume per il fatto che la storia è collocata tra le fine dei settanta e il decennio successivo "The Bleeder" oltre a Schreiber da adesso in lizza per un posto nella cinquina degli Oscar per il miglior attore può contare su alcune facce da cinema come Naomi Watts nella parte di Linda, la compagna dell'ultima ora e di Ron Perlman nella parte del suo manager.
(ondacinema.it/speciale 73 festival di Venezia)
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