Regia di Michele Vannucci vedi scheda film
Neorealismo del nuovo millennio. L’altra faccia di Romanzo criminale, ovvero una storia di riscatto ambientata in una desolante borgata romana. Non c’è epica nel film di Vannucci, non c’è fascinazione criminale. Solo il faticoso percorso di un pregiudicato la cui ricostruzione personale passa attraverso il restauro di un quartiere. Portato avanti da chi nel quartiere ci vive. Ragazzi dediti allo spaccio tolti dalla strada e messi a ristrutturare un edificio popolare. Il bianco sui muri purifica dai peccati compiuti soprattutto contro sé stessi, un orto che fiorisce accanto al Grande Raccordo Anulare germoglia dai semi della speranza. Mirko Frezza porta la propria storia personale sullo schermo, consegna il proprio volto dolente e sofferto a una messa in scena che lascia poco spazio alla finzione. Cinema verità. Attori non professionisti presi dalla strada gettano sullo schermo la propria umanità con un percorso irto, fatto di cadute ma che anela al Grande Sogno. E questa volta il Grande Sogno che ci regala il cinema è quello di una vita normale. I personaggi di Vannucci non sono eroi da film, sono gli eroi di un quotidiano capaci di dipingere una bella realtà. Capaci di dimostrare che un riscatto è ancora possibile.
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