Regia di Michele Vannucci vedi scheda film
Dopo 7 anni di carcere, Mirko (Frezza), ormai quarantenne, vorrebbe rifarsi una vita e smettere con gli "impicci" che lo hanno portato alla galera. La grande occasione gli si presenta quando gli viene proposto di farsi eleggere come presidente del Comitato di quartiere de La Rustica, alla periferia di Roma. Mirko, insieme al suo amico Boccione (Borghi), si rende così protagonista di un'operazione insperata, dando aiuto e prospettive ai tanti marginali che abitano in quella zona (ma molte riprese sono state fatte anche nel quartiere ghetto di Corviale). Ci penserà la mala a spezzare il suo sogno.
Caso curioso, ma non unico (si pensi al coevo Il ragazzo della Giudecca), di reenacting, in cui il protagonista - interpretato con carisma da un corpulento ed assai espressivo non-attore come Mirko Frezza - racconta la sua vera vita, l'opera d'esordio di Michele Vannucci si segnala per un verismo tenace, un'opera dai simbolismi cristologici che qualche volta cede il passo alla ricerca a tutti i costi dell'effetto d'essai. Il film però fatica a trovare il passo giusto, le possibili scene madri sono sempre tenute a freno o, al contrario, dilatate a dismisura, perdendo così mordente sul piano emotivo e faticando a catturare l'empatia dello spettatore.
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