Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Nella prima metà degli anni Novanta, venne annunciato un film che sarebbe stato diretto da James Cameron, intitolato "The crowded room": sarebbe stata la storia di un uomo con una ventina di personalità differenti, e chissà se M. Night Shyamalan non si sia in parte ispirato a questo film mai realizzato, per scrivere e dirigere questo "Split", che, a sorpresa, sta diventando un inaspettato campione d'incasso in USA, visto che, costato 10 milioni di dollari, sta rasentando i 100 al box-office americano. Tre ragazze sequestrate da un giovane uomo con la mente alterata, che ha sviluppato 23 personalità differenti, anche una femminile, e cela la ventiquattresima, che è chiamata "La Bestia", la più pericolosa di tutte: una delle tre, rispetto alle altre, pare avere dei punti in comune con il sequestratore, e forse ha la chiave per salvare tutte dalla brutta fine che si prospetta loro... La "rinascita" di Night Shyamalan, celebrata su diversi giornali di settore, in realtà è cominciata con il precedente "The visit", che, pur con qualche dejà-vu, nella sostanza era più inquietante di questo thriller che sembra sempre dilungarsi, in ogni sequenza, più del dovuto ( e comunque il regista de "Il sesto senso" non è mai stato esattamente un velocista, diciamolo), quando arriva a buttar giù le carte risulta confuso narrativamente, e giunge ad un finale fin troppo inverosimile, quanto inferiore alle attese. Per quanto James McAvoy sia bravo a tratteggiare le varie facce della psicopatia del proprio personaggio, "Split" non fa mai realmente paura, anche se, probabilmente, ha fatto colpo sul pubblico, che gli ha tributato un buon risultato commerciale. A conti fatti, la cosa migliore del lungometraggio è la breve scena, appena dopo i primi titoli di coda, con un riallacciamento ad un titolo precedente del regista, veramente ben giocata.
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