Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
La Bestia- Il Peggior Nemico Del Supereroe
Trama
Kevin Wendell Crumb (James McAvoy), un ragazzo affetto da disturbo di personalità multipla, con ben 23 personalità, rapisce tre ragazzine e le rinchiude in un luogo senza finestre: buio e freddo, per darle in pasto alla bestia: la sua 24a personalità, non appena essa verrà "risvegliata". Le ragazze tenteranno, quindi, di trovare una via di fuga.
Recensione
A 16 anni aveva già scritto e girato 45 cortometraggi e a 17 frequentava la Tisch School of the Arts dell'Università di New York, una delle più prestigiose scuole di cinema degli Stati Uniti; il suo nomem è Manoj Nelliyattu Shyamalan, meglio conosciuto come M. Night Shyamalan. A mio parere, uno dei cineasti più sottovalutati di sempre; un incredibile autore che dissemina nelle sue opere, molteplici dettagli e segreti. Un regista talentuoso, con grandi idee, talvolta anche innovative, eccentrico, pieno di creatività e capacità.
Dopo aver esordito nel 1992 con il film a bassissimo budget Praying With Anger, ha successivamente diretto film come The Sixth Sense, The Village e Unbreakable.
Il regista di origini indiane, dopo il riuscito The Visit, seppur non capito da tutti, (come ogni suo film del resto..) ritorna in grande stile con Split: un thriller raffinato da lui scritto, diretto e co-prodotto, dal finale completamente spiazzante e geniale; rivolto a coloro che hanno visto Unbreakable.
Va purtroppo ricordato che Shyamalan, nella sua carriera fece due grossi passi falsi a Hollywood (guarda caso), i passi verso le produzioni costose, con grandi effetti speciali ma con poca sostanza e personalità, senza attenzione per cura estetica e di scrittura; qualcuno di voi si ricorderà L'ultimo Dominatore Dell'Aria e After Earth, due film non all'altezza del regista e anzi abbastanza mediocri. Un'artista che a parte due grossi strafalcioni, ha scritto e diretto sempre grandi film.
Per questo film, Shyamalan e Blum, hanno riunito la squadra del riuscito The Visit, che include il produttore Marc Bienstock e I produttori esecutivi Ashwin Rajan e Steven Schneider.
Shyamalan ancora una volta si conferma un grande autore, un grande regista, un grande scrittore.
Tutto è magistrale nel film prodotto da Jason Blum, a partire dalla prova di McAvoy (X-Men) che recita in una parte, anzi in più parti, davvero complesse, lasciando letteralmente stupefatto lo spettatore. Semplicemente da oscar. Bravissima anche l'anziana signora interpretata da Betty Buckley che nei panni della dottoressa psicologa Karen Fletcher, mostra tutta la sua incredibile capacità.
Nel cast, tra le ragazze, oltre a Haley Lu Richardson e Jessica Sula, ritroviamo anche- dopo The Witch- la ventenne Anya Taylor-Joy: attrice, ex ballerina e modella dalla bellezza particolare, di onorevoli capacità, in un ruolo di "protagonista" molto diverso dal precedente, dove interpreta Casey Cook: una ragazza chiusa in sé stessa, segnata da un terribile passato che ci sarà svelato poco a poco durante il lungometraggio, tramite alcuni flashback.
Il lato psicologico degli attori (in particolare quelli principali), risulta ben delineato, e con la giusta dose di empatia, ci tendono la mano verso una storia delicata, sofferente e riflessiva.
Nel film, infatti, il soggetto affetto da questo tipo di problematica psicologica, quello del disturbo dissociativo dell'identità, (conosciuto come DID) viene considerato dalla dottoressa come un' individuo molto intelligente, affascinante e superiore rispetto alle persone "ordinarie". Da notare tutto il discorso su come ogni personalità possa avere delle capacità relative solamente ad essa (ad esempio una personalità può essere diabetica mentre l'altra ultra forte, nonostante coesistano tutte all'interno dello stesso corpo). Interessanti anche tutti i discorsi a carattere psicologico e la morale che spinge l'orda (l'insieme delle personalità di Kevin) a sacrificare una determinata tipologia di vittime:"gli impuri, coloro che non hanno sofferto e non sfrutteranno mai il loro potenziale".
Una sceneggiatura quindi riflessiva e incisiva, retta da incredibili attori in un profondo gioco di sguardi, dove tutti si contendono continuamente prove di smisurata bravura.
Passando poi al reparto tecnico, la fotografia di Michael Gioulakis che risulta davvero di mestiere, con luci di scena e cura dell'immagine davvero pulita, si amalgama con una scenografia contraddistinta prevalentemente da interni vuoti e minimali. Ambienti cupi, rivestiti di desolazione, solitudine e singolarità. (D'altronde è risaputo il particolare interesse per i seminterrati da parte del regista...)
Parlando della regia e dei movimenti di macchina: troviamo uno sguardo in camera fermo e studiato, composto da inquadrature "statiche" che si alternano a numerosi carrelli e panoramiche. I campi lunghi e le almeno due bellissime carrellate a precedere durante i tentativi di fuga di due delle tre ragazze, descrivono un ambiente contraddistinto da lunghi corridoi, dando la sensazione di essere infiniti e senza via d'uscita. Una messa in scena maniacale che per certi versi mi ha ricordato Polanski e Kubrick...
Il montaggio di Luke Franco Ciarrocchi, arricchito anche dai flashback narrativi sopra citati, assembla in modo maniacale tutto il girato, dando un senso di fluidità e continuità al film.
Anche il doppiaggio italiano di tutti gli attori risulta eccezionale per timbrica e intonazione e la colonna sonora originale di West Dylan Thorndson, si rivela ottima e ben contestualizzata (da notare poi la chicca musicale sul finale..)
Così, tra una personalità e l'altra di Kevin: tra l'oscuro e predominante Dennis, la donna dal vestito rosso Patricia, lo stilista gay Barry o il bambino giustamente infantile di 9 anni Hedwig, il film di M. Night ci trasporta in un continuo crescendo di tensione fino al superlativo e immancabile colpo di scena finale, un vero twist ending, dove entrerà in gioco qualcosa di ben più grande del genere a cui il film appartiene, sì perché è alla fine che capiamo, grazie alla comparsa di David (Bruce Willis), di aver appena assistito ad un film di "supereroi", un film molto atipico su questo versante, proprio come il suo predecessore, ed è così che si svela quello che Split realmente è: ovvero il sequel del bellissimo Unbreakable del 2000.
Se nell'altro film però, ricordiamo Willis nei panni del "supereroe" David, qui facciamo conoscenza di quello che sarà, probabilmente, il suo antagonista principale nell'ipotetico sequel. Shyamalan cambia quindi prospettiva; Nel primo film ci calava nei panni del buono, mentre qui fa l'opposto...
Si passa quindi, con grande stile, dal thriller psicologico all'horror per poi finire nel fantastico.
Grazie quindi all'eccezionale svolgimento dello script, alla parte conclusiva soprannaturale e al finale anti commerciale, tutto prende un senso differente e capiamo di aver assistito ad un film davvero geniale con delle sbalorditive soluzioni registiche e narrative.
Tirando le somme, ci troviamo dinnanzi ad un vero colpo di genio, un film inquietante, ansiogeno e molto interessante; tecnicamente a tratti impressionante, dal montaggio perfetto e quindi dal ritmo giusto, che durante i circa 116 minuti, non annoia neanche per un secondo.
Un'opera che possiede nella regia, nella narrazione, nei dialoghi e nel finale; i veri punti di forza. Forza come quella che verrà data nell'epilogo alla bestia.
Da vedere e assolutamente da apprezzare, a patto di aver visto Unbreakable. Alla larga da chi sostiene che è un film brutto, perché di idiozie ne ho veramente sentite e lette fin troppe. Ottima prova, ancora una volta, da uno dei miei registi preferiti di sempre che qui firma uno dei suoi film migliori.
Voto 9
Riflessioni in merito al finale...
Permettetemi una piccola congettura sul finale, una “chiave di lettura” (d'altra parte è una recensione spoiler quindi siete avvisati).
Dunque, Il padre di Kevin prese il treno tre anni prima agli avvenimenti del film, il che fa presupporre, che sia lo stesso treno che deraglia all'inizio di Unbreakable, uccidendo così il padre di Kevin, ecco perché la personalità Dennis nel film, lascia i fiori in stazione vicino al treno, prima di trasformarsi nella bestia. Un evento destabilizzante che lo porterà alla follia e a tutta la questione delle personalità multiple, che daranno il via alla nascita della bestia, mostrando tutto l'odio e il dolore subito, rendendo Kevin praticamente invincibile.
Ricordiamo, come dice la bestia: "chi ha sofferto è superiore".
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