Regia di M. Night Shyamalan vedi scheda film
Film che ha diviso la critica a quanto pare, mentre l'impatto sul pubblico sembra stia procedendo bene. Personalmente, sono uscito entusiasta da questa visione e considero questa pellicola già nel novero delle migliori della stagione. So bene che Shyamalan è cineasta piuttosto controverso. Per quanto mi riguarda non ne sono nè un fan nè un detrattore, conoscendo la sua produzione solo parzialmente e quel che ho visto non mi ha impressionato piu' di tanto (e lo dico nel male e nel bene), posso solo accennare che certe soluzioni vagamente new age del suo "cinema del mistero" mi hanno qualche volta lasciato parecchio perplesso. Ma stavolta mi azzarderei a dire che il signor Night ha cambiato registro. E decisamente in meglio, realizzando un film durissimo, con profondi risvolti psicanalitici (la psiche disturbata è al centro di tutto, qui) che inchiodano lo spettatore trascinandolo in un percorso assolutamente ed irreversibilmente inquietante. E questo grazie -appunto- ad una sapiente regia, ad un'ottima sceneggiatura e a due (facciamo tre) interpretazioni che fanno la felicità di chi come me ama un cinema " d'attori". L'incipit è da antologia ed è un gioiello già di per sè, con quel clima da preparativi per la festa condivisi tra il "papà buono americano" e le due amichette stupidarelle (sulla loro condizione di ordinarie sciocchine mi esprimerò piu' avanti), dopodichè subentrano i due assi nella manica di Shyamalan: prima ci viene introdotta "la ragazza ribelle" bellissima e che mostra negli occhi un universo di inquietudine inesprimibile, poi dopo pochi secondi il primo pugno nello stomaco, quando sale in macchina il "mostro" il quale è dotato di una faccia che ci appare come una maschera "definitiva" tanta è la potenza aggressivamente maligna che quel volto sprigiona. Ma questo è un film con immagini molto forti che a parole è quasi impossibile descrivere. Intanto -giusto per fare un po' di ordine, diciamo che la vicenda ci viene svelata adagiandosi su tre divesi piani e situazioni. Uno -quello principale- ci parla di tre ragazze che vengono letteralmente sequestrate da un maniaco (che definirlo "disturbato" è mero eufemismo) che scatena su di loro tutte le paturnie psicopatologiche del mondo. Poi c'è una dottoressa anziana che ha in cura il nostro pazzoide e insegue l'illusione di poterlo controllare e curare e troppo tardi si accorgerà che in lui la follìa sta dilagando senza piu' freni. E infine ci sono dei ricorrenti flashback della ragazza ribelle protagonista in cui la vediamo bambina mentre uno zio subdolo le dedica attenzioni morbose. Vedere il "mostro" esprimersi in ogni direzione, gigioneggiare, disquisire, perfino ballare i successi di Kanye West, ma soprattutto vederlo dialogare sia con la sua dottoressa sia con la ragazza prigioniera, beh, è uno spettacolo cinematografico impagabile e che ci consegna un attore immenso del quale parlerò tra poco nel dettaglio. Mi spiace -come prima accennavo- non poter rapportare l'opera al contesto filmico del regista ma lo conosco troppo poco e scriverei probabili corbellerie. Ma devo dire che almeno in questo caso Shyamalan ha centrato il bersaglio, mettendo in scena "lo psycho thriller perfetto". Dalla prima sequenza nel parcheggio da dove tutto prende le mosse fino all'ultima inquadratura, sulla quale vale la pena di soffermarsi un attimo. Il film si conclude infatti all'interno di un bar dove un viso notissimo (ma non ne riporterò l'identità nemmeno sotto tortura) sibila una frase brevissima che pare introdurre (ma non è detto) ad un sequel. Mr Shyamalan è stato geniale anche in questo colpo d'ala finale. James McAvoy è attore che già apprezzavo ma qui si supera oltre ogni immaginazione, offrendo una prova gigantesca e anche molto impegnativa, talmente è ricca di sfumature espressive e minimi dettagli nei movimenti e nelle posture. Quanto a Anya Taylor-Joy, io la trovo di una grazia e di una bellezza quasi disturbanti (ancor di piu' -e non lo ritenevo possibile- che nel suo precedente "The witch"). E voglio dire che la regìa riesce molto efficacemente a tratteggiare la differenza tra lei (sensibilissima e intelligente) e le sue due amiche che sono le classiche oche giulive (si pensi ai discorsi che fanno in macchina prima dell'arrivo del "mostro ", tutte intente a parlottare solo di smalto per le unghie e di corteggiatori. E infine ottima prova anche da parte di Betty Buckley, la "dottoressa della mente".
Preparatevi ad un grande spettacolo, qualcosa di cui conserverete a lungo il ricordo.
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