Regia di Maiert Avis vedi scheda film
L'idea di due turisti che si ritrovano bloccati nel posto sbagliato al momento sbagliato non è certamente nuova ma, nonostante questo FAR FROM HOME non sia certo un capolavoro, c'è da dire che esso così mediocre e banale non è e che, almeno secondo chi scrive, riporta qualche pregio che lo rende degno d'essere visto
Oltretutto non sono pochi i grandi capolavori del cinema che, osannati da chiunque e in ogni dove, non raccontano o non mostrano qualcosa che non era già stato raccontato-mostrato prima, seppure in altre salse.
Spunti polemici a parte, anche piccoli film di media qualità e di poca originalità come questo, conservano in sè elementi che riescono a far rivivere sullo schermo le atmosfere cinematografiche e televisive tipicamente in auge degli anni in cui sono stati girati, mostrandole anche a chi non è stato spettatore allora: le musiche allucinate, la semplicità del soggetto, i dialoghi essenziali, la prova della splendida Drew Barrymore, la stessa regia di Meiert Avis, che non a caso aveva creato il videoclip di "I Still Having Found What I'm looking for" degli U2.
Thriller on the road tra i più interessanti del periodo, fa dell’ambientazione elemento di grande interesse figurativo, eleggendo, come di consueto, lo spazio d’azione un protagonista di pari importanza rispetto agli altri personaggi.
Riesumato e fatto uscire unicamente in vhs e dvd dopo il rilancio dell'ex bambina prodigio di E.T., rimanendo destinato ad essere sconosciuto ai più come se fosse uno dei tanti film-tv di fine anni '80.
Chi ha avuto l'occasione di vederlo in qualche fugace passaggio televisivo però, difficilmente potrà dimenticare l'ambientazione nello sconfinato deserto, il senso di isolamento e alienazione che sembra strisciare tra i roulotte e i rottami sparpagliati nel desolato accampamento, i primi turbamenti adolescenziali della protagonista, voce narrante della triste avventura, che, sulle orme del padre giornalista, affida alle pagine del suo diario pensieri e impressioni di quella interminabile gita lungo le strade perdute del Nevada: la fine di un’estate e l’inizio dell’adolescenza.
Un soggetto che sarebbe probabilmente piaciuto a David Lynch, quello del remoto villaggio in cui si aggirano personaggi strani e bizzarri, come il benzianaio-Richard Masur che si crede uno sceriffo o l'eccentrica proprietaria dell’accampamento, efficacemente sviluppato dalla sceneggiatura dello specialista Tommy Lee Wallace, che aveva collaborato con John Carpenter e che l'anno successivo avrebbe diretto la miniserie STEPHEN KING'S IT.
On the road, Ritorno a Casa, Lontano da casa
Che importa il titolo, semmai l’avrete visto e lo vedrete: il film in oggetto rimane comunque più unico che raro.
Non ci sono commenti.
Ultimi commenti Segui questa conversazione
Commenta