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Cuore di tenebra

Regia di Nicolas Roeg vedi scheda film

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La recensione su Cuore di tenebra

di alan smithee
6 stelle

La "vera" storia del marinaio Marlow sulle tracce africane che hanno portato al delirio e alla follia il misterioso avventuriero Kurtz, cacciatore di elefanti e trafficante di avorio. Un film che segue fedelmente o quasi il capolavoro su carta di Conrad, si avvale di due interpreti straordinari, ma che non riesce a scaldare l'animo dello spettatore

locandina

Cuore di tenebra (1994): locandina

"Ricordate: non c'è più vuota né detestabile creatura in natura di un uomo che cerca di fuggire dal suo demone".

Queste sono le parole che più ricorda del misterioso, folle Kurtz, il marinaio Marlow quando torna a Londra alla fine della sua missione.

Il regista Nicolas Roeg tenta una sfida piuttosto ardua: adattare uno dei romanzi più noti ed apprezzati della letteratura di inizi '900, un classico insomma, progetto a lungo coltivato invano addirittura da Orson Welles, e poi ripreso da Coppola e da lui liberamente adattato (con geniale avveniristico trasferimento geografico e temporale) con quel vero e proprio capolavoro assoluto che fu Apocalypse Now.

Una produzione televisiva, particolare che risalta in modo piuttosto evidente, e non molto in termini positivi, ma anche la scelta di restare molto fedeli al romanzo originale. Un viaggio lungo le rive quiete e immerse nel verde, questo l'incarico che Marlow riceve da una compagnia inglese che ha stanziato i suoi uomini nell'Africa nera per far razzia di elefanti (un massacro indicibile, che Roeg tuttavia sceglie di ridurre nella ripresa ravvicinata del corpo rugoso e straziato del pachiderma più grande presente sulla Terra), di andare a cercare notizie del loro uomo più brillante e organizzato, il misterioso Kurtz, del quale da tempo non si hanno più notizie certe, ma anzi circolano leggende e storie fosche e dai contorni esoterico-misteriose.

La storia è nota: Roeg, pur frenato da una struttura di stampo televisivo che mira a produrre un film di largo consumo e a trattenere la foga visionaria che sarebbe perfettamente nelle corde del regista di "A Venezia....", si avvale tuttavia di due interpreti straordinari e magnetici come Tim Roth e soprattutto John Malcovich che, ammettiamolo, in senso assoluto non ha la fama divina del Marlon, ma non è scenicamente nulla di meno del grande attore americano de Fronte del porto.

Gli ingredienti ci sarebbero per affascinare, invece il film si limita ad apparire corretto, come un compito svolto con disciplina e rigore, ma senza quei colpi d'ala che hanno reso grande (e per questo inarrivabile) la versione "aliena" di Coppola.

Tra gli altri interpreti riconosciamo il valido attore francese di colore frequentemente prescelto da Claire Denis e da Jm Jarmusch, ovvero Isaach de Bankolé, l'attore super british James Fox, e, in un ruolo di pura ma ammaliante apparenza, Iman, la top model nota anche per essere (stata) la moglie di David Bowie.

 

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