Regia di Midi Z. vedi scheda film
Un viaggio della speranza che potrebbe trasformarsi in una storia d'amore..... ma quando i desideri e le aspirazioni non coincidono, tutto si sfascia e la tragedia diviene inesorabile. Intenso, realista ma stiloso, diretto magnificamente da Midi Z.
I viaggi della speranza, le migrazioni per la ricerca di una nuova vita non sono certo solo oggi gli esodi dal Nord Africa all'Europa.
Il regista Midi Z. nel suo toccante, ma anche sconvolgente film, oltre raccontare due storie private, ci costruisce un punto di vista su un altro travagliato seppur meno conosciuto o dibattuto esodo: quello di molti birmani, diretti clandestinamente verso la confinante Thailandia, che invece cerca di ostacolarne il flusso migratorio tramite controlli e pattuglie in perenne attività, salvo poi lasciar tutto nelle mani di militari corrotti per nulla insensibili alla bustarella.
Ma l'esodo è il presupposto per raccontare due storie che convergono, quelle di due giovani e bei ragazzi, uomo e donna, che il destino unisce in un viaggio complicato compiuto con diversi mezzi di trasporto, spesso di fortuna e precari, e l'angoscia di venire acciuffati dalle pattuglie thailandesi e rimandati in patria, nel Myanmar.
A Guo piace molto la ragazza di nome Lianging, e non è solo per cortesia disinteressata che egli si offre in molte occasioni di aiutarla, agevolandola più che può.
E pure la ragazza, almeno inizialmente, prova una certa attrazione, oltte che il necessario conforto, per quel bel giovane educato e serio che non si rassegna a lasciarla per il proprio sentiero di vita.
Ma Lianging vuole restare in città, guadagnare anche un po' di meno, accontentandosi di lavare i piatti in una bettola, mentre Guo trova posto in una azienda tessile in periferia, pagato meglio ma isolato dal mondo.
Il ragazzo la cerca, e convince la donna, con mille insistenze e promesse di vita migliore, a trasferirsi da lui.
Ma la ragazza ha altre ambizioni, vuole i soldi per ottenere i documenti che le consentano di trovare un posto fisso in città - e non rinuncia a tal fine anche a prostituirsi- stufa di lavorare come una schiava, senza coperture assicurative né tutele, considerato il ruolo di clandestino che entrambi i giovani ricoprono inesorabilmente.
Midi Z. ci racconta due storie di persone risolute che tuttavia si dirigono su sentieri differenti, e riesce in modo realistico e concreto a rispettare un crescendo di tensione che crea distanza e conflitto tra i due, fino al tragico sanguinoso epilogo.
Ne scaturisce un film di alto tenore realistico, ma del tutto estraneo da tentazioni o stili documentatistici: le riprese sono molto ben studiate, i movimenti di macchina organizzati con calcolata precisione.
Splendide riprese con i due giovani che si sfiorano nella notte dormendo castamente vicini, dei due avvinghiati in motorino, o ancora tra i macchinari della fabbrica, divisi dai fili di cotone che il telaio staglia su filari paralleli ben testati.
La tragedia è meditata e messa in atto quasi come in una tragedia classica, risolta con una irruenza ed un impeto da thriller sadico che non rinuncia alla rappresentazione dello spargimento del sangue con effetti semplici, ma di efficace validità per scuotere e dare una sferzata finale cupa e tremenda ad un epilogo che si preannunciava di difficile soluzione per in futuro di coppia.
Un film di grande presa emotiva, studiato efficacemente per raccontare una storia privata nell'ambito di un fenomeno di massa che merita di essere portato alla luce.
Ma un film che sceglie una cornice ampia, per poi concentrarsi su due singole differenti ed inconciliabili linee di comportamento, riuscendo in modo esemplare - ed è questo l'elemento a mio giudizio veramente notevole del film - a raccontarci due caratteri, due personalità diametralmente opposte, i cui caratteri affiorano da piccole ma chiare sfumature di comportamentali che la regia attenta, ed una accorta sceneggiatura, riescono a raccontare o rappresentare in modo esemplare.
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