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Lou von Salomé

Regia di Cordula Kablitz-Post vedi scheda film

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La recensione su Lou von Salomé

di alan smithee
4 stelle

CINEMA OLTRECONFINE

Lou von Salomé, anche nota come Lou Andreas-Salomé (San Pietroburgo 12/2/1861 - Gottinga, 5/2/1937), fu  una studiosa e  psicoanalista  tedesca di origine russa. Conosciuta anche come "la giovane e affascinante russa", fu colei che Friedrich Nietzsche  conobbe nel 1882, della quale perdette la testa, chiedendola invano per sposa, e che probabilmente lo ispirò a creare le prime due parti della sua opera più importante: Così parlò Zarathustra.

Il film di Cordula Kablitz-Post ne ripercorre le gesta, lo studio, l'intenperante caratterialità che la rese ostile alle regole e alle sottomissioni, fiera combattente a favore del libero arbitrio e zelante studiosa degli autori più puri e arditi di ogni forma di cultura (Tolstoj, Wagner, Ibsen, Turgenev), ma soprattutto entusiasta sostenitrice dell'opera e delle teorie di Freud, oppositrice di ogni forma di condizionamento,  religioso prima di tutto, ma anche politico, ed altresì fiera portatrice di una verginità che conservò fino ad una età ultratrentennale, prima di concedersi al giovanissimo ed allora sconosciuto scrittore Rilke, all'epoca poco più che uno studente.

Ripercorriamo la vita piena di entusiasmi e di ribellione dell von Salomé da quando un giovane scrittore avvicina l'anziana settantenne ormai ritiratasi entro casa e estranea ad ogni circolo e frequentazione, e la incalza con domande che inducono l'anziana donna ad aprirsi poco per volta e a cedere al racconto di una vita straordinaria dedicata allo studio, ma non priva di storie d'amore, nonostante l'iniziale volontario rifiuto.

Il film è strutturato come un biopic di fattura alquanto tradizionale, che si distingue solamente per una paio di inquadrature insolite e pittoresche in cui la protagonista ed il suo seguito maschile si muovono attorno ad una coreografia fissa rappresentata dall'ingigantimento di una vecchia foto d'epoca, muovendosi liberamente addentro ad essa e al panorama che questa presenta.

Poco altro, se non l'innegabile pregio di mettere in risalto una figura di donna indipendente e fiera di sé stessa e delle qualità intrinseche racchiuse in un corpo che, per quanto la rifuggesse, non poteva non risultare attraente e altamente desiderato.

Un film in costume senza troppi sussulti e nulla di veramente innovativo, diretto alla maniera di un corretto, ma anche scontatissimo film per la tv che presenta la fattura classica del tipico prodotto che avrei visto bene proiettare ad un Festival come Locarno, nella pubblica e capiente Piazza Grande in prima serata, nel fresco dell'estate agostana svizzera.

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