Trama
Negli anni Cinquanta, un padre afroamericano lotta contro le discriminazioni razziali negli Stati Uniti nel tentativo di crescere al meglio la sua famiglia e di confrontarsi con le avversità che gli riserva la vita di tutti i giorni.
Approfondimento
BARRIERE: DAL PALCOSCENICO DI BROADWAY AL CINEMA
Diretto da Denzel Washington e sceneggiato da August Wilson, Barriere racconta la storia di Troy Maxson, un operaio nero del settore igienico-sanitario nella Pittsburgh di metà Novecento che una volta sognava una carriera nel baseball. Troppo vecchio per cominciare a giocare quando i campionati più importanti hanno cominciato ad ammettere nelle squadre giocatori di colore, Troy si sforza di essere un buon marito e madre ma il suo sogno di gloria continua a corrodere il suo spirito fino a indurlo a prendere una decisione che minaccia di distruggere per sempre la sua famiglia.
Con la direzione della fotografia di Charlotte Bruus Christensen, le scenografie di David Gropman, i costumi di Sharen Davis e le musiche di Marcelo Zarvos, Barriere è l'adattamento cinematografico della rappresentazione teatrale scritta dallo stesso Wilson. Meglio noto per essere l'autore di una decina di drammi teatrali in grado di rompere i canoni del dramma americano imposti da autori come Eugene O'Neill, Tennessee Williams e Arthur Miller, Wilson (scomparso nel 2005 all'età di sessantanni per colpa di un cancro) è il padre del cosiddetto The American Century Cycle, un ciclo di dieci opere che, ognuna per un decennio del Novecento, raccontano un secolo di esperienza afroamericana: dall'indomani della schiavitù alla grande migrazione dalle campagne del Sud degli Stati Uniti alle città del Nord, dalle lotte per i diritti civili ai processi di urbanizzazione post-industriale che hanno portato a nuovi ghetti sul finire degli anni Novanta.
Barriere fa, ovviamente, parte del ciclo e ha avuto la sua prima nel 1985. Dramma familiare ambientato negli anni Cinquanta, ha avuto ben 525 repliche a Broadway e ha raccolto i tre riconoscimenti più importante per una rappresentazione teatrale: un premio Pulitzer, un Tony Award e un New York Drama Critics' Circle Award. Dopo la prima fortunata esperienza, il dramma è ritornato in scena a Broadway nel 2010 con protagonisti gli attori Denzel Washington e Viola Davis, raccogliendo altri tre Tony Award: miglior revival, migliore attrice protagonista e miglior attore protagonista.
Barriere, inoltre, è la prima opera di Wilson ad avere una trasposizione cinematografica, diretta dallo stesso Denzel Washington (e interpretata da lui con la sua partner teatrale) che ha accontentato uno dei maggiori desideri dell'autore, ovvero che a dirigere un eventuale film tratto da una delle sue fatiche fosse un regista di origine afroamericana.
Curiosità
RIFLESSI DELLA VITA DI WILSON IN BARRIERE
Barriere è forse la più autobiografica delle opere di Wilson. Nato il 27 aprile 1945, Wilson crebbe a Hill negli anni in cui il vivace quartiere operaio si trasformò in una baraccopoli. Il padre biologico, un panettiere di nome Frederick Kittle, fu un uomo bianco ma anche un genitore assente, un marito violento e un ubriacone litigioso. In un'epoca in cui non si poteva essere di razza mista, Wilson scelse di vivere come una persona di colore e per farlo mise in atto diversi accorgimenti: battezzato con lo stesso nome del padre, decise di cambiare il nome in August e di prendere il cognome della madre, Wilson. A fargli da padre adottivo durante l'infanzia fu poi David Bedford, un ex giocatore di football che era stato costretto a lasciare il gioco (a causa della segregazione e di un periodo di detenzione in carcere) e a lavorare come addetto alle fogne della città.
In Barriere, Wilson ha usato il filtro della fantasia per trasformare David Belford e sua madre Daisy in Troy Maxson e sua moglie Rose. Nell'opera, Troy è un ex giocatore di baseball costretto a rinunciare al suo sogno e, come Belford, ha commesso un crimine che lo ha mandato in prigione e lo ha privato di molti anni della sua vita. Oramai amareggiato uomo di mezza età, può contare solo sull'abnegazione della moglie Rose e sull'adorazione del figlio Cory. Mentre nella vita reale ha fatto infuriare Belford lasciando la squadra di football del liceo, Wilson in Barriere ha invertito la situazione e mostra come Troy si rifiuti di accettare che il figlio Cory sia stato scelto per giocare nella squadra del college, imponendogli di abbandonare lo sport: lo scontro tra padre e figlio è destinato così a scoppiare quando il ragazzo si rifiuta di accettare la sua imposizione.
Il cast
A dirigere e interpretare Barriere nei panni di Troy Maxson è l'attore Denzel Washington. Vincitore di due premi Oscar (miglior attore non protagonista per Glory e miglior attore protagonista per Training Day), Denzel Washington si è ritrovato diverse volte nella sua carriera a interpretare personaggi ispirati a… Vedi tutto
Trailer
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- Miglior attrice non protagonista a Viola Davis al Premi Oscar 2017
Commenti (13) vedi tutti
Trama è sbagliata . Washington non tratta affatto il problema razziale . Solo i problemi che possono accadere in famiglia . Di bianchi o di colore che siano . Splendida la interpretazione ii Washington ,
commento di ranocchia1Sarebbe stato un ottimo film se avessero tagliato un buon venti minuti di scene, soprattutto i monologhi di Washington.
commento di Bladerunner76Davvero un gran bel film. Con due straordinari protagonisti.
commento di silviodifedeNella Pittsburgh degli anni 50 un uomo di mezza età lotta contro le discriminazioni razziali sul posto di lavoro ma allo stesso tempo pone barriere (simbolizzate da uno steccato in continua costruzione attorno al giardino) tra lui e il resto del mondo, in particolare verso i suoi figli dei quali si rifiuta di ammettere l'autonomia.
commento di ENNAHVi si chiede un'ora di Calvario, poi non è così male.
leggi la recensione completa di tobanisBarriere mentali di un padre padrone. Le discriminazioni razziali non centrano nulla.
commento di gruvierazBuoni propositi, per un film che però non decolla
leggi la recensione completa di Furetto60Fences vuol dire “recinti”, barriere dice il titolo italiano, e sono quelle soprattutto sociali di cui si parla che di conseguenza diventano anche quelle emotive ed economiche che possono affliggere (e come che affliggono!) la gente comune che deve combattere tutti i giorni per portare avanti una casa ed una famiglia.
leggi la recensione completa di michemarNon un sussulto, non uno strappo di regia, non un’invenzione che ridesti dallo sbadiglio.
leggi la recensione completa di ROTOTOMteatro filmato onestamente, ahimè senza guizzi di regia. durante la visione, a tratti faticosa, il senso di deja-vu non ti si stacca mai di dosso. la recitazione, specie di Washington, è fin troppo consapevole e manieristica, tanto da risultare a volte stucchevole.
commento di giovenostateatro filmato onestamente, ahimè senza guizzi di regia. durante la visione, a tratti faticosa, il senso di deja-vu non ti si stacca mai di dosso. la recitazione, specie di Washington, è fin troppo consapevole e manieristica, tanto da risultare a volte stucchevole.
commento di giovenostaIl film tradisce, forse volutamente, la sua origine teatrale: purtroppo un eccesso di verbosità e staticità lo rendono eccessivamente rigido e legnoso. Se il testo di Wilson è di grande impatto, la regia di Washington è fin troppo convenzionale. Ottime però le interpretazioni di Washington e Davis.
leggi la recensione completa di port crosLunghi dialoghi, monologhi sin troppo enfatici da parte di un Washington talvolta un pò troppo straripante, non tolgono interesse per una commedia drammatica che rivendica la sua struttura teatrale, senza rinunciare mai ad essere cinema al 100%.
leggi la recensione completa di alan smithee