Regia di Toa Fraser vedi scheda film
Storia vera, un atto terroristico forse poco conosciuto, prodromo di ciò a cui siamo tristemente avvezzi oggi, e un film agilissimo che lo racconta senza perdersi in faccende inutili. Questo è, molto in sintesi, il film del britannico Toa Fraser, che si muove con mano sufficientemente sicura nella costruzione della suspense, lasciando che la giusta adrenalina percorra l'ora e mezza della pellicola. Siamo a Londra, nel 1980, l'era Thatcher è appena iniziata e scoppia questa grana all'ambasciata iraniana, presa d'assalto da un commando arabo che denuncia le persecuzioni persiane in un'enclave in territorio iraniano, all'epoca chiamata Arabistan. Più di venti ostaggi verranno tenuti sotto la minaccia di un'esecuzione per sei lunghi giorni. Fraser non è Spielberg e lo sa bene, quindi punta tutto sull'agilità, sull'immediatezza, i giorni trascorrono velocemente nel film e l'azione è continuamente rimandata, fino all'inevitabile intervento delle SAS, le squadre speciali inglesi. Nel film tutti fanno la loro parte egregiamente, tutto è credibile e anche l'uso alternato delle immagini dell'epoca, aiuta ad immergersi nell'atmosfera di quei fatti, facendo sì che i novanta minuti trascorrano molto bene. Certo, gli approfondimenti sono pochi, i personaggi sono un poco bidimensionali, ma tutto questo serve anche ad evitare la retorica degli eroi e dei perdenti, che in ricostruzioni come queste è sempre dietro l'angolo. Per fortuna siamo in Inghilterra e non negli Stati Uniti: la differenza c'è e si vede. Bel film, solido e interessante, per scoprire, intrattenendo, una piccola pagina oscura di un periodo storico, ahinoi, molto distante e molto diverso.
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