Regia di Andrzej Wajda vedi scheda film
A dirigere Il ritratto negato è Andrzej Wajda, regista e sceneggiatore polacco. Nato a Suwalki nel 1926, Wajda è stato figlio di un'insegnante di scuola e di un ufficiale dell'esercito. Il padre di Wajda fu assassinato dai Sovietici nel 1940, in quello che poi divenne noto come il "massacro di Katyn". Nel 1942, entrò nella Resistenza polacca e servì nell'Armia Krajowa (Esercito Nazionale). Dopo la guerra, studiò pittura all'Accademia delle Belle Arti di Cracovia, prima di entrare nella Scuola di Cinematografia di ?ód?. Formatosi con il regista Aleksander Ford, nel 1955 diresse il suo primo film: Generazione. Nel 2016 Wajda ha celebrato il suo novantesimo compleanno prima di morire nel mese di ottobre e con Il ritratto negato ha realizzato il suo sessantacinquesimo e ultimo lungometraggio. Nell'arco dei sessant'anni della sua carriera, il contributo di Wajda al cinema mondiale ha ottenuto riconoscimenti quali l'Oscar onorario nel 2000, gli European Film Awards (Premio alla carriera, 1990), l'Orso d’Oro alla carriera (Festival del Cinema di Berlino, 2006), e molti altri. Quattro dei suoi film sono stati nominati agli Oscar come Miglior Film di Lingua Straniera: La terra della grande promessa, Le signorine di Wilko, L'uomo di ferro, e Katyn. L'uomo di ferro ha anche vinto la Palma d'Oro al Festival di Cannes.
Wajda ha realizzato film di generi diversi, ma ha iniziato la sua carriera con una trilogia contro la guerra: Generazione, I dannati di Varsavia (Premio Speciale della Giuria al Festival di Cannes) e Cenere e diamanti. Wajda ha girato vari film ambientati durante la Seconda guerra mondiale o nell'immediato dopoguerra, tra cui Dottor Korczak (storia di un medico ebreo-polacco che si prende cura di bambini orfani), La settimana santa (dedicato ai rapporti ebraico-polacchi), e Katyn (che racconta il massacro di Katyn, dove fu assassinato suo padre). La dedizione di Wajda al movimento di Solidarnosc è manifesta in L'uomo di ferro in cui fa un'apparizione il leader del sindacato, Lech Walesa, che interpreta se stesso. Il coinvolgimento del regista nel movimento spinse il governo polacco a sciogliere la casa di produzione cinematografica di Wajda. Tre decenni dopo, Wajda girerà il film biografico Walesa - L'uomo della speranza (European Film Awards – Premio FIPRESCI). Tra gli altri film occorre menzionare anche il film storico sulla Francia post-rivoluzionaria, Danton del 1983 con Gérard Depardieu; Direttore d'orchestra del 1980 con John Gielgud, Un amore in Germania del 1983 con Hanna Schygulla, e I demoni del 1988 basato sul romanzo di Dostoevskij.
Di Il ritratto negato il regista ha detto: "Volevo girare la storia di un artista, di un pittore, ormai da diverso tempo. Ho deciso di portare Wladyslaw Strzeminski sul grande schermo perché è uno degli artisti polacchi di maggior talento. Allo stesso tempo, volevo mostrare il suo conflitto con lo Stato socialista. Strzeminski ha capito il sentiero dell'arte moderna. L'ha spiegato nel suo libro intitolato Teoria della Visione. La convinzione che non vi fosse altra strada se non quella dell'arte astratta, nella misura in cui la pittura tematica e il postimpressionismo avevano già detto tutto, gli ha dato la forza di opporsi alle autorità comuniste. Il ritratto negato è il ritratto di un uomo integro, un uomo sicuro delle proprie decisioni; un uomo dedito a un'arte non facilmente apprensibile. Fu un insegnante d'eccezione, e anche fondatore del Museo d'Arte Moderna, il secondo nel mondo, nel 1934, a Lódz. Il film illustra quattro anni difficili, 1949-1952, quando la sovietizzazione della Polonia prese la sua piega più radicale, e il realismo socialista divenne forma obbligatoria di ogni espressione artistica".
Il ritratto negato segna il ritorno sul grande schermo nel ruolo di protagonista di Boguslaw Linda. L'attore polacco ha acquisito fama negli anni Ottanta. I suoi film hanno raggiunto milioni di spettatori in Polonia, alcuni rappresentano dei veri e propri classici, come Decalogo 7 di Krzysztof Kieslowski. Bronislawa Zamachowska, la figlia dell'attore Zbigniew Zamachowski, conosciuto per Film bianco di Kieslowski, fa qui il suo esordio sul grande schermo nei panni della figlia di Strzeminski.