Trama
Tra il 1949 e il 1952, anni durante i quali la sovietizzazione della Polonia ha assunto le forme più radicali e il realismo socialista è divenuto il modello obbligato di espressione artistica, il pittore d'avanguardia Wladyslaw Strzeminski è vittima delle persecuzioni del regime comunista per non aver adeguato la sua arte astratta ai dettami del realismo socialista.
Approfondimento
IL RITRATTO NEGATO: I RAPPORTI TRA ARTE E POTERE NELLA STORIA DI STRZEMINSKI
Diretto da Andrzej Wajda e sceneggiato dallo stesso con Andrzej Mularczyk, Il ritratto negato racconta la storia del noto pittore Wladyslaw Strzeminski che, nella Polonia del Dopoguerra, insegna all'Accademia delle Belle Arti di Lódz. Grande artista e coautore della teoria dell'Unismo, Strzeminski aveva acquisito fama già prima del secondo conflitto mondiale. I suoi studenti vedono in lui il "messia della pittura moderna", a differenza della Direzione universitaria e del Ministero della Cultura che ne hanno un'opinione diversa. Contrariamente agli artisti leali alle dottrine del realismo socialista, i quali adempiono ai compiti del Partito, Strzeminski non compromette la sua arte. Si rifiuta di osservare i regolamenti del Partito e infine viene espulso dall'Accademia e dall'Unione degli Artisti. Gli studenti di Strzeminski continuano tuttavia a sostenerlo, gli fanno visita e si raccolgono alle sue lezioni in privato. Prendono appunti sulla sua Teoria della Visione e ascoltano le critiche che lui rivolge ai loro lavori. Ormai disoccupato e inferme, privo di un braccio e di una gamba, Strzeminski presto cade in povertà e in malattia, mentre le disposizioni delle autorità comuniste persistono a volere la sua rovina.
Con la direzione della fotografia di Pawel Edelman, le scenografie di Marek Warszewski, i costumi di Katarzyna Lewinska e le musiche di Andrzej Panufnik, Il ritratto negato è stato così raccontato dal produttore Michal Kwiecinski in occasione della partecipazione del film al Toronto Film Festival: "Il ritratto negato è basato sulla storia vera di Wladyslaw Strzeminski, pittore e teorico dell’arte polacco. Il film si interroga sulla responsabilità dell'arte moderna, sui rapporti tra gli studenti e il loro docente, il loro Maestro, e sul dopoguerra nella vita di un soldato. Soprattutto è la storia di una grande personalità, un artista unico distrutto da un sistema politico. La censura sta diventando più restrittiva in diversi Stati. Benché Il ritratto negato si svolga a cavallo tra gli anni Quaranta e Cinquanta, a tutt'oggi vi sono ancora degli artisti in carcere o maltrattati, come il regista ucraino Oleg Sentsov, condannato a vent'anni di prigione in Russia, oppure il regista iraniano Jafar Panahi, a cui è vietato lasciare il suo Paese".
Il cast
A dirigere Il ritratto negato è Andrzej Wajda, regista e sceneggiatore polacco. Nato a Suwalki nel 1926, Wajda è stato figlio di un'insegnante di scuola e di un ufficiale dell'esercito. Il padre di Wajda fu assassinato dai Sovietici nel 1940, in quello che poi divenne noto come il "massacro di Katyn". Nel 1942,… Vedi tutto
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Commenti (5) vedi tutti
L’arte e la libertà, un intreccio vitale per la sopravvivenza dell’arte stessa
leggi la recensione completa di siro17“Eccola, l'estrema irrefutabile ironia della sua vita” : che gli avessero permesso di sopravvivere, uccidendolo.
leggi la recensione completa di mckUn’altra uscita importante, quasi sorprendente: un film che nel corso di questi anni pochi hanno visto, nonostante sia l’ultima fatica di Andrzej Wajda, il grande regista polacco, che nel 2016, qualche mese dopo averlo diretto, ci ha lasciati a novant’anni.
leggi la recensione completa di laulillaE' il testamento con cui Wajda si è congedato dal cinema. Racconta la dissoluzione tragica e per certi versi grottesca di un uomo ridotto allo stremo, il pittore Wladyslaw Strzeminski. Un ritratto a tutto tondo in cui il regista sembra identificarsi appieno. Film da vedere e rivedere insomma che ha dovuto attendere 3 anni per la sua distribuzione
commento di (spopola) 1726792L'opera anticipatrice del grande artista visivo Strzeminski vive di entusiasmi dei molti discepoli che ne hanno accolto rapiti l'opera, ma pure dei travagli subiti dal partito al potere che egli non approva né riconosce. L'ultimo Wayda convince solo come tematica, sopraffatto da una messa in scena bolsa che ne soffoca l'impeto e le buone intenzioni
leggi la recensione completa di alan smithee