Regia di Franco Zeffirelli vedi scheda film
Catania, metà Ottocento. Maria è in convento, ma la sua vocazione è forzata. Tornata in famiglia per via di un'epidemia di colera che sconquassa la città, Maria si innamora di Nino. Ma è il promesso sposo di sua sorella e, per di più, Maria presto dovrà ritornare in convento.
Non è il più brutto film di Zeffirelli, ma solo perchè la competizione è fortissima; Storia di una capinera è una bolsa trasposizione sul grande schermo dell'omonimo romanzo di Giovanni Verga, un prodotto nel quale il regista ritorna a calcare la mano alla grande sulla confezione, tralasciando l'importanza dei contenuti. Un forte tasso estetico d'altronde assecondato da un cast tecnico di prim'ordine, che vede la partecipazione di Ennio Guarnieri come direttore della fotografia, Giantito Burchiellaro per le scenografie e per i costumi nientemeno che Piero Tosi, collaboratore fra gli altri del Maestro (artistico e di vita) di Zeffirelli, cioè Luchino Visconti. Anche il cast artistico prevede nomi di impatto internazionale: Valentina Cortese, Angela Bettis, Vanessa Redgrave, Johnathon Schaech, Sinead Cusack, John Castle. In fin dei conti non sono tutti nomi sprecati: la qualità formale del lavoro è garantita, sebbene sia l'unica cosa indubbiamente funzionante del prodotto. Curiosamente invece la sceneggiatura, oltre a quella di Zeffirelli stesso, porta firme piuttosto anonime: Piero Mattei e Allan Baker. Tosi si aggiudicherà David di Donatello e Nastro d'argento: gli unici premi rilevanti che giungeranno. Tre anni più tardi il regista ritornerà al romanzo ottocentesco con Jane Eyre, dagli esiti decisamente migliori. 4/10.
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