Regia di Roberto Mauri vedi scheda film
Madeleine, giovane e piacente, è perseguitata da incubi terribili. L'esperto dottor Franz Schuman, dall'alto della sua esperienza, non ha dubbi: quanto più Madeleine si libererà dei suoi freni inibitori sessuali, tanto più ritroverà la sua serenità vedendo dissolversi quei tremendi sogni di morte.
La trama è risibile, la messa in scena piuttosto modesta (non solo per i limiti di budget) e il cast di interpreti non è esattamente brillante: Madeleine... anatomia di un incubo è soltanto un prodottino tra i tanti che affollavano le piccole sale provinciali di quel periodo – siamo nel 1974 – cercando di risvegliare le prurigini e di sbrigliare le fantasie di un pubblico in genere dalle poche pretese. Qua dentro, nella sceneggiatura di Roberto Mauri che è anche il regista della pellicola, ci sono slanci di malinteso femminismo, squarci fantasiosi di psicanalisi a dir poco azzardata e un substrato di erotismo mai eccessivo, ma gratuito qua e là sì. Mauri ha sempre galleggiato tra le rassicuranti acque del cinema di genere, d'altronde, perennemente in serie B ma mai più sotto; qui ha a disposizione tra gli altri Camille Keaton, Silvano Tranquilli, Paola Senatore, Pier Maria Rossi, Riccardo Salvino e Gualtiero Rispoli. Ma soprattutto ha Maurizio Vandelli (con l'Equipe 84 in alcuni brani) che si occupa della colonna sonora, che è di gran lunga la cosa migliore del lavoro. Il finale è oltremodo didascalico e se si vuole anche un po' frettoloso; cento minuti di durata. 3/10.
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