Regia di Kim Sung-Hoon vedi scheda film
Un uomo attraversa in macchina un tunnel per tornare a casa a Seul, lungo un tratto montano boschivo e disabitato. In quel momento un cedimento dovuto ad uno scavo di una galleria parallela non molto distante, fa crollare improvvisamente tutto. Si salva per puro miracolo, imcastrato tra le lamiere dell'abitacolo e tonnellate di detriti tra ferro, cemento, terra e rocce. Per tirarlo fuori ci vorranno ben 35 giorni di scavi e lotte burocratiche infinite ed ancora più difficoltose delle complesse operazioni di estrazione. Una lotta strenua per la sopravvivenza, un contatto con l'esterno unicamente assicurato nei primi giorni grazie al cellulare, finché almeno dura la batteria (E dura sin troppo, risultando il particolare più inverosimile - pur se innocuo - di tutta la vicenda).
Ma c'è nel film anche una lotta parallela allo sforzo di trarre in salvo l'uomo, da parte del rigoroso e sensibile direttore delle forze della protezione civile e della timida ma tenace consorte dell'uomo imprigionato: la battaglia per far proseguire le ricerche anche oltre ogni limite umano presumibile di sopravvivenza, contrastate da ogni circostanza e interesse esterni.
La natura violata che si ribella, un uomo e un simpatico cane carlino (di proprietà di una seconda sfortunata conducente non sopravvissuta alla tragedia) alle prese con un'impresa epocale di strenua sopravvivenza.
Dalla Corea del Sud un film catastrofico di grande impatto emotivo, che spazia dall'evento cardine fino a dare sferzante ciniche E dissacranti a proposito della insana burocrazia degli apparati statali, e una stilettata acuta sulla tendenziosa mano politica che interviene solo per doveri di consenso elettorale, infischiandosene delle vere ragioni umane di chi sta sepolto a decine di metri nel sottosuolo.
Dal regista sudcoreano dell'ottimo Hard Day, visto alla Quinzaine di Cannes nel 2014, un film tosto in grado di appassionare.
Tra gli attori mi piace e non posso fare a meno di ricordate la splendida Bae Doona, la mia attrice dell'est preferita assieme a Maggie Chung: nel dar vita ad un personaggio apparentemente secondario di moglie timida e apprensiva dello sfortunato direttore commerciale della Kia sepolto in galleria, la validissima attrice, molto nota ed utilizzata anche negli States, si costruisce un personaggio di donna che matura con le drammatiche circostanze, sino a diventare un emblema di tenacia e costanza, anche quando l'opinione pubblica le volta contro le spalle.
Il film è uscito ora nelle sale francesi, ma data la circostanza, sembra di essere tornati al FEFF di Udine, lasciato a malincuore solo dieci giorni fa.
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