Regia di Xander Robin vedi scheda film
VENEZIA 73 - SETTIMANA DELLA CRITICA - FUORI CONCORSO
"Il gatto perde il pelo, ma non il vizio", si potrebbe dire parafrasando il vero detto popolare adattandolo al titolo del presente bizzarro esordio del giovane regista Xander Robin.
In poco più di mezz'ora un ragazzo riesce a perdere fidanzata, lavoro e pure la casa: costretto a vivere dentro il camion che il padre gli ha cortesemente regalato in cambio di un favore, il ragazzo si improvvisa trasportatore di materiali, e grazie a ciò conosce in un locale un pò alternativo una ragazza strana ma carina, sempre in parrucca viola. Con la ragazza nasce un'amicizia che sfocia in una passione ed una confidenza che gli permette di venire a conoscenza della strana, particolare abitudine della ragazza: quella di mangiarsi i capelli. La parrucca infatti nasconde una calvizie per nulla naturale, ma causata da qquesta perversione che pare ormai un attoinevitabile come rosicchiarsi le unghie.
Durante una notte trascorsa assieme, anche il ragazzo si ritrova quasi completamente rasdato e scopre che la sua compagna giace mezza soffocata, con un bolo sullo stomaco che non riesce più a farla respirare.
Il titolo si rifeerisce proprio alla impossibilità, comune anche ai gatti, di digerire il materiale organico rappresentato da peli e capelli, circostanza che indurrà il ragazzo ad una operazione improvvisata tale da trasportare il film bizzarro ma curioso nei territori sanguoinolenti del cinema pulp.
Cinema del disagio e della insicurezza che si affronta cannibalizzandosi, con conseguenze al limite dell'estremo.
Interessanti le atmosfere, le luci pesanti che sovraccaricano gli ambienti chiusi e soffocanti in cui trova rifugio il nostro protagonista, afflitto anche da una misteriosa forma di sfogo alla pelle che dà un velato tocco cronemberghiano all'atmosfera già un pò macabra, sovraccarica e maniacale.
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