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Jours de France

Regia di Jérôme Reybaud vedi scheda film

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La recensione su Jours de France

di port cros
7 stelle

MEDFILM FESTIVAL ROMA 2016

 

“Four Days in France” / “Jours de France” di Jérome Reybaud è un originale ed inatteso road movie, tra la Francia profonda e Grindr.

Il protagonista Pierre lascia senza apparente spiegazione la casa parigina in cui abita con il compagno per partire per un viaggio senza meta con la sua Alfa Romeo Giulietta attraverso la Francia; unica bussola l'app per incontri gay Grindr, che lo conduce da un approccio all'altro (non sempre effettivamente consumato) alla conoscenza con diversi soggetti, a cui si aggiungono persone bisognose di un passaggio, vicini di stanza in albergo, ladruncole nei parcheggi, ex insegnanti reincontrate per caso, a comporre una galleria del panorama umano francese.

Ogni incontro è un tassello nel viaggio anche interiore del protagonista, che si perde andando alla ricerca di se stesso, viaggio che deve essere necessariamente compiuto a distanza dal compagno della vita, che però si mette ben presto sulle sue tracce utilizzando, per ritrovarlo, la stessa Grindr.

 

Pascal Cervo

Jours de France (2016): Pascal Cervo

 

Ogni incontro occupa un breve lasso di tempo, ma grazie alla buona scrittura della sceneggiatura, tutti lasciano un segno, riuscendo sempre a divertire e/o far riflettere. L'episodio dell'uomo etero incontrato in albergo consente al regista di realizzare una bella ed inedita scena d'amore “attraverso il muro”, mentre la donna esasperata per la vicinanza della propria abitazione con un lieu de drague strappa una sonora risata, e ancor più l'improbabile anziano locandiere di montagna con le sue astruse lezioni al nipote e le sue balzane idee sulla sessualità, per non parlare della ladra che rivendica il diritto a rubare “ciò che è più importante” per Pierre.

 

 

Pascal Cervo

Jours de France (2016): Pascal Cervo

 

 

 

Il regista riesce a comporre il suo personale ritratto della Francia di oggi tanto attraverso i personaggi quanto attraverso i paesaggi, i luoghi che dimostra saper riprendere con grande maestria (splendide le scene sulle Alpi al confine italiano) e soprattutto attraverso l'immagine della route, la strada, che Reybaud (presente in sala per incontrare il pubblico) rivendica di aver posto quasi costantemente al centro dell'inquadratura come una vera e propria protagonista, al contrario di altri road movies che a suo parere non le concedono adeguato spazio sullo schermo. Reybaud rivendica anche di aver imposto che le scene del film venissero girate nei luoghi effettivi in cui sono ambientate, al contrario di quanto usualmente avviene per ragioni di costi nella produzione cinematografica francese, cioè la realizzazione delle riprese nelle zone circostanti Parigi, fatte passare per altri luoghi nella finzione cinematografica.

 

 

Il regista Jérome Reybaud (al centro col maglione rosso)

 

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