Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Un bel pezzo di cinema che porta in sè alcuni significanti importanti. Da un lato la tematica di Peckinpah, la sua visione del mondo e dei rapporti sociali. Ci sono delle forzature ma non si notano o comunque non pesano, perché fanno parte di un disegno più ampio ed armonico. La giovane e bella moglie che cede allo stupro, incoerente nel suo modo di porsi e fragile oltre ogni misura accettabile, il ruolo degli operai che costruiscono il tetto sempre su un piano di provocazione e sfida, con uno in particolare la cui risata indisponente accompagna tutto il film, segno evidente ed esasperato dell'indisponenza, il finale davvero sopra le righe nonostante i fiumi di alcol potessero giustificare certe aberrazioni. E' una favola nera quella di Peckinpah, raccontanta nel linguaggio dei vecchi western, carnale come sempre è piaciuto al regista, cinica ma dal finale appagante. L'assalto finale alla casa, vale da solo tutto il film.
Buona.
Ottima regia.
Il personaggio più difficile in assoluto, quello con la psicologia più instabile ed il ruolo più complesso. Deve mostrarsi deciso e risoluto in alcuni frangenti, quanto fragile (e non solo fisicamente) ed incerto in altri.
Bel personalino ed anche buona recitazione.
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