Regia di Rick Rosenthal vedi scheda film
"Non è nè il diavolo, nè Dio, nè una strega: non è altro che l'abisso dell'inconscio. Tutti abbiamo paura del buio che è dentro di noi".
[Donald Pleasence a Nancy Stephens]
La vicenda riparte da quella notte del 31 ottobre 1978 a Haddonfield, Illinois. In tv trasmettono La notte dei morti viventi di Romero, ma ben presto le edizioni straordinarie dei telegiornali diffondono gli allarmanti resoconti della tragica serata di Halloween: "La polizia di Haddonfield ha appena fatto la raccapricciante scoperta di tre cadaveri nella camera da letto di questa casa. Sembra che gli omicidi siano avvenuti nelle prime ore della serata: le autorità hanno confermato che le vittime sono tutte minorenni, due ragazze e un ragazzo. La polizia sta ora rastrellando l'intera zona alla ricerca di un pericoloso maniaco fuggito ieri sera dall'ospedale psichiatrico: si suppone che sia nascosto a Haddonfield".
Michael Myers (Dick Warlock), l'assassino, il "Signore della morte" della mitologia celtica evocato dal titolo italiano del film, sopravvissuto miracolosamente alle pallottole del dottor Sam Loomis (Donald Pleasence), il suo psichiatra ("È stato un mio paziente per quindici anni: era diventata un'ossessione per me, finchè ho capito che non c'era nulla dentro di lui, nè coscienza, nè ragione, che fosse anche lontanamente umana"), vaga minacciosamente lungo le strade della cittadina continuando a seminare panico e morte: è alla ricerca di Laurie Strode (Jamie Lee Curtis), sua sorella minore, adottata da un'altra famiglia dopo la morte dei genitori e che ora, sfuggita alla sua furia, è ricoverata in ospedale per le ferite e lo shock riportati. Scoperta la parentela, il dottor Loomis allerta le autorità e si precipita all'Haddonfield Memorial Hospital per salvare la ragazza, ma Myers l'ha già preceduto, massacrando selvaggiamente gli infermieri e il personale della clinica e insediando la terrorizzata Laurie nella sua stanza. Bagno di sangue finale...
Scritto e prodotto da John Carpenter e Debra Hill, Halloween II - Il signore della morte è, ad oggi, il miglior sequel della celebre saga (esclusi i reboot di Rob Zombie e considerando, però, che il terzo capitolo, Halloween III: Il signore della notte, sempre prodotto dalla coppia Carpenter-Hill, non ha nulla a che vedere con i personaggi originali): rispetto al capolavoro precedente mancano, però, soprattutto l'adrenalina e il senso del ritmo, infuso sin dal taglio delle inquadrature, della regia di Carpenter, perchè il plot si rivela seducente e la tensione di molte sequenze inchioda lo spettatore alla poltrona. Colpe da imputare esclusivamente alla mano ancora inesperta dell'esordiente Rick Rosenthal (che tornerà nel 2002 ad occuparsi di Michael Myers con il mediocre Halloween Resurrection), non sempre a suo agio nel governare una materia che ben si prestava, invece, a competere "ludicamente" con le devastazioni più sanguinarie dello slasher movie: lo script, infatti, a parte qualche leggerezza nella definizione dei caratteri dei personaggi, saccheggia abilmente le suggestioni classiche del genere (già ampiamente codificate dallo stesso Carpenter) restituendone una visione cupa (l'ambientazione è interamente notturna), angosciante e violenta e tessendo una vicenda serrata e via via sempre più incalzante. Nonostante, comunque, lo stridente contrasto con i toni non sempre esaltanti della messinscena (come all'epoca evidenziò lo stesso Carpenter, che intervenne personalmente girando alcune sequenze di raccordo: "Vidi una versione preliminare di Halloween II e non faceva per niente paura: era spaventoso quanto un episodio di Quincy e fummo, quindi, costretti ad intervenire in post-produzione per renderlo più competitivo"), il film riesce spesso ad animarsi improvvisamente, scosso dai brividi evocati dalla colonna sonora e dai sussulti di tensione scatenati dalle apparizioni di Michael Myers, la cui inquietante presenza viene "anticipata" dalle incalzanti soggettive della macchina da presa o seguita con funambolici piani sequenza. I corridoi semideserti dell'Haddonfield Memorial Hospital sostituiscono i viali alberati del prequel e proprio nelle sequenze ambientate in ospedale il film sfodera gli spaventi più genuini, a partire dal magistrale piano sequenza della morte dell'infermiera Karen e del suo amante Budd (Leo Rossi), fino al crescendo di tensione conclusivo, che condurrà alla resa dei conti tra il dottor Loomis e Michael Myers e al fuoco purificatore del finale. Nel cast, oltre agli interpreti del primo capitolo (dai due protagonisti principali, Pleasence e Jamie Lee Curtis, a Charles Cyphers nei panni dello sceriffo Leigh Brackett, ma c'è anche Nancy Kyes, la figlia dello sceriffo, di cui appare, però, soltanto il cadavere), si segnalano l'affascinante Pamela Susan Shoop (è l'infermiera Karen) e la moglie del regista, Nancy Stephens. Un plauso doveroso, infine, alla splendida fotografia notturna di Dean Cundey, al montaggio curato da Mark Goldblatt e Skip Schoolnik e, naturalmente, alla colonna sonora, firmata dallo stesso Carpenter insieme ad Alan Howarth (alla loro seconda collaborazione dopo 1997: Fuga da New York) e che propone anche, durante i titoli di coda, i ritmi angelici di Mr. Sandman (1954) delle Chordettes.
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