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Philadelphia

Regia di Jonathan Demme vedi scheda film

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Gangs 87

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La recensione su Philadelphia

di Gangs 87
7 stelle

Andrew è un giovane e brillante avvocato, collaboratore di punta di uno dei più prestigiosi studi legali di Philadelphia. Quando gli viene diagnosticato l’Aids, i capi istruiscono un arguto modo per licenziarlo. Ma Andrew non ci sta e investe le ultime forze e gli ultimi attimi che gli restano per fare causa allo studio, aiutato dal collega rivale Joe Miller.

 

Fosse stato diretto ai giorni nostri, questo film probabilmente non avrebbe mai visto la luce. Basta ascoltare i dialoghi con l’orecchio moderno, abituato alla scandalizzazione facile e si notano subito un paio di discorsi che se non contestualizzati sarebbe impossibile inserire nel nostro moderno. Partiamo da Joe Miller, interpretato da Denzel Washington, avvocato di colore che difende un omossessuale pur discostandosi dal genere in diverse occasioni non senza l’uso di violenza e parole oscene e passiamo poi per la causa del licenziamento di Andrew Beckett, un Tom Hanks all’apice della sua bravura al primo dei suoi due Oscar consecutivi, gli unici della sua immensa carriera, che ruota intorno all’incapacità d’accettazione di un uomo malato (a detta loro a causa delle sue perverse scelte) ma principalmente all’incapacità di accettare il suo orientamento sessuale.

 

Di certo la pellicola del compianto Jonathan Demme riflette benissimo l’epoca oscura vissuta dal mondo (non solo dall’America) negli anni ’90 quando l’Aids si è insinuato nelle vite di molti, squarciando quel velo di perbenismo che fino ad allora aveva coperto l’opinione della collettività sul “fenomeno” omosessualità che, mai come in quel periodo, era sotto l’occhio del ciclone proprio a causa dell’avvento dell’Aids.

 

Sviluppando una storia a suo modo semplice, prendendo un solo fatto e sviluppandoci attorno una trama che si svolge principalmente tra le aule di un tribunale, Demme si serve di due attori di calibro per rappresentare due fazioni opposte ma complici, al servizio di un’ingiustizia che, seppur vendicata, alla fine lascia in bocca il gusto amaro della sconfitta.

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