Regia di F. Gary Gray vedi scheda film
L’ottavo capitolo della serie dedicata alle avventure di Dominic Toretto e dei suoi drivers aveva il compito di far dimenticare la scomparsa di un pezzo importante della saga, obbligata da un momento all’altro a fare a meno del personaggio interpretato da Paul Walker, deceduto poco prima della fine delle riprese del precedente episodio. Sarà anche per questo che, accanto alla dark side rappresentata dal voltafaccia di Toretto pronto a rinnegare il proprio credo e a schierarsi col nemico (vedremo che la spiegazione è dietro l’angolo e che nulla è come sembra) il regista F. Gary Gray mostra una voglia di non prendersi sul serio che “Fast Furious 8” teorizza a circa metà del film, con la scena in cui la tensione che caratterizza il drammatico faccia a faccia tra Dwayne Johnson e Jason Statham si scioglie in una risata che la dice lunga sulla presunta serietà di ciò che vediamo. D’altronde non potrebbe essere altrimenti, a meno che non si voglia cadere nel tranello di considerare in altra maniera le iperboli narrative che ancora una volta ci offrono lo spettacolo di automobili capaci di sfidare le leggi di gravità e di uomini capaci di guidarle in qualsiasi condizione e tipo di terreno (questa volta tocca ci sarà da farlo nel circolo polare artico). Potendo contare su una serialità che non accenna a diminuire (sono in cantiere almeno altri due episodi) “Fast Furious 8” si può permettere di cambiare il segno della personalità dei suoi personaggi, con cattivi è buoni che si scambiano le parti, come pure di presentare ogni volta una nuova guest star, e quindi di ingaggiare una diva come Charlize Theron, sempre più richiesta dal cinema blockbuster, e qui a suo agio nei panni di una strega cattiva che minaccia di conquistare il mondo non prima di aver tolto di mezzo i nostri eroi, come al solito smargiassi e, ovviamente, vincenti.
(icinemaniaci.blogspot.com)
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