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Fast & Furious 8

Regia di F. Gary Gray vedi scheda film

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La recensione su Fast & Furious 8

di emil
7 stelle

 

Episodio 8, il tradimento di Dom Toretto (Vin Diesel) nei confronti della «famiglia».  

 

Cambio in cabina di regia, non più l’enfant prodige Wan, ma F. Gary Grey , regista con un mediocre curriculum action (The Italian Job, il Risolutore ) risollevatosi agli occhi della critica con il suo ultimo lavoro «Straight Outta Compton», di tutt’altro genere.

Dunque , quale criterio utilizzare nell’analisi del film? Senz’altro quello apertamente denunciato dagli addetti ai lavori e dalla natura del film stesso, intrattenimento a cervello spento. Non c’è da meravigliarsi che perfino attrici  navigate ed impegnate  come Helen Mirren e Charlize Theron abbiamo accettato di entrare nella saga, avendo capito come il genere sia diventato oramai paradosso. Declino di carriera? Non direi, forse rilancio.  

 

In linea con episodio 6 e 7, il celeberrimo franchise racimola bigliettoni prosegue sui binari  dell’impossibile dando un taglio sempre più caricaturale alla saga:  inseguimenti e scene action anti gravità più veloci e spericolate che mai, momenti testosteronici a iosa, la tamarragine regna sovrana. Il film mostra tutto questo senza doversi nascondere dietro paraventi alcuni, in un circolo vizioso di ricercata e roboante ostentazione visiva nel tentativo di alzare il livello. Questa onestà di intenti sorprende e spiazza.

Narrazione volutamente sopra le righe e scontata, sviluppi emotivi banali , incipit ed epilogo sempre gli stessi: il film si può demolire con un attimo, ovvio. Ma la chiave non è quella; la «mercenarizzazione»  della saga tra vecchi e nuovi personaggi è cosa fatta, il franchise è più in forma che mai. Non c’è altro da ricercare in questo blockbuster fracassone e divertente, che farà inorridire  gli intellettuali ed irriterà tutti gli altri.

Per i fan della saga invece c’è roba da leccarsi i baffi:  The Rock e Statham se le promettono dall’inizio alla fine, Toretto è trasfigurato in divinità, tutti gli altri si ritagliano il proprio momento di gloria, compresa la new entry Scott Eastwood.

 

In definitiva lo spettatore ritrova il solito rassicurante mondo.

Non c'è da vergognarsi se ci si diverte.

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