Regia di Danny Boyle vedi scheda film
"Il mondo cambia, eh June... anche se noi no" - Begbie
Del primo Trainspotting rimane la messa in scena a tratti anarchica e allucinata di Boyle e i suoi quattro protagonisti. Ma se il primo film tratteggiava una generazione di giovani dediti alla consapevole autodistruzione, T2 Trainspotting non ripropone alcuna formula già rodata; infatti il pretesto narrativo è fragile ma prescindibile, dato che è anch'esso una delle conseguenze di ciò che il film vuole raccontare. A vent'anni tutto è lecito, perché può ancora essere scritto e riscritto più volte. Alla soglia dei cinquanta, Spud, Renton, Begbie e Sickboy non hanno combinato niente e, tra chi si è disintossicato, chi no e chi ha cambiato dipendenza, si ritrovano comunque tutti con delle vite disastrate.
Così T2 Trainspotting è un film sui rimpianti e la nostalgia, sulla giovinezza che presenta sempre il conto. All'ironia dissacrante del predecessore deve sostituirvisi un'ironia sottile e crudele, che non lascia spazio a sorrisi e spensieratezza. Nel rinunciare agli elementi che fecero di Trainspotting un cult Boyle realizza un'opera (forse) meno riuscita, ma chiude il cerchio e rende il dittico un racconto di vita: la distruzione e la presa di coscienza. Il tutto lontano da qualsivoglia pretenziosa retorica.
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