Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Mark ritorna in Scozia dopo 20 anni. Ritrova Simon e Spud, che aveva truffato prima di andarsene: il rientro è pessimo. Ma peggio di tutti lo accoglierà Franco, appena evaso dal carcere e disposto a tutto pur di uccidere Mark.
Pericoli evitati: risplendere di gloria riflessa, ricercare a ogni costo l'effetto nostalgia, non avere nulla da dire; Trainspotting 2 si rifà in maniera decisa - specie nel finale, specie con l'espediente di Spud narratore - al primo capitolo, ma può tranquillamente dirsi un film a sè stante, visibile e apprezzabile anche senza aver visto Trainspotting (1996). 21 anni sono passati per tutti, però, e se la mano di Danny Boyle dietro la macchina da presa sa sempre essere leggera e il suo tocco coinvolgente (ritmo, emozioni, anche se talvolta facilotte, intrigo), se allo stesso modo il cast artistico fa bella figura di sè, con al centro i quattro protagonisti già noti (Ewan McGregor, Robert Carlyle, Ewen Bremner e Jonny Lee Miller) più la new entry Anjela Nedyalkova (anello debole del reparto) e una comparsata o poco più da parte di Shirley Henderson; se insomma ci sono dei pregi prevedibili, ma non per questo meno importanti, Trainspotting 2 dimostra però anche una volontà di andare incontro al pubblico, di risolvere con eccessiva leggerezza (logica e contenutistica) gli snodi centrali della trama, che il primo Trainspotting non aveva - o quantomeno non in maniera tanto smaccata. E così si arriva alla nota maggiormente dolente: pare che la lezione di T1 non sia servita molto a T2: laddove le droghe (pesanti, e abusate) di Trainspotting ostentavano un'esistenza migliore, più furba e più originale nel rifugio tossico dall'omologazione sociale - messaggio di un certo peso nei confronti del pubblico adolescente - in Trainspotting 2 la situazione peggiora perfino, con uno Spud eroinomane da oltre vent'anni che smette dall'oggi al domani semplicemente andando a correre un po' alla mattina, oppure Simon e Mark che si fanno in vena (davanti agli occhi di Spud, appena ripulito e che non fa nulla per prendere parte al rituale) giusto per rinverdire un po' i fasti del passato in una serata di festeggiamenti. L'eroina come una Coca-Cola, come uno status symbol e un prodotto di consumo senza particolari controindicazioni. L'ingenuità pare estrema e, quanto è peggio, ingiustificata. Al di là di ciò, T2 ha una costruzione narrativa invidiabile, rocambolesca e appassionante, grazie naturalmente alla sceneggiatura di John Hodge (collaboratore di fiducia di Boyle, anche per T1) e ai romanzi di Irvine Welsh (Trainspotting e Porno) da cui tutto ha origine. 4/10.
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