Regia di Danny Boyle vedi scheda film
Un bel sequel che ha qualcosa da dire e poco da ricordare...
Poteva essere un'operazione pericolosa questo seguito del celebre Trainspotting, ma devo dire che è riuscita e che non c'è ombra di autocelebrazione e non appare fine a sé stessa. La regia di Danny Boyle è sempre assai ispirata, con alte punte di virtuosismo visionario ed una colonna sonora da pelle d'oca. Viene qui inoltre approfondito il rapporto d'amicizia tra Rent Boy e Sick Boy, mostrandocelo in tutta la sua malata morbosità. I personaggi non sono psicologicamente imbolsiti e la loro 'evoluzione/involuzione', rispetto al film di vent'anni prima, è interessante e credibile. Aggiungo poi che il ritmo è forsennato, non mancano alcune punte di umorismo ed ironia che alleggeriscono il lato tragico e vi è sempre quell'idea di fondo di squallore per un destino che sembra già segnato e che, per quanti sforzi si faccia, lascia poche speranze a tutti. Insomma, un bel sequel che ha qualcosa da dire e poco da ricordare...
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