Regia di Nanni Moretti vedi scheda film
Tre episodi, tre momenti della vita di Nanni Moretti: In vespa, un lungo giro per le strade e i quartieri romani, nella solitudine d'agosto; Isole, un'escursione attraverso le Eolie, isole molto amate dal regista; Medici, una ricognizione luida sulla sua malattia, un tumore al sistema linfatico. Il protagonista non è più Michele Apicella, alter ego del regista in tutti i suoi film (tranne La messa è finita), ma Moretti in prima persona. Idiosincrasie, insofferenze e sogni sono rimasti gli stessi: odia i film violenti, le velleità del giornalismo, gli stili di vita alla moda; ha un'ironia affettuosa verso gli amici veri; sogna di saper ballare come Jennifger Beals in Flashdance. Caro diario ha la pazienza, l'atenzione ai particolari, il pudore e l'intimità di un vero diario. Ha anche il coraggio di trattenere la rabbia e liberare l'autoironia nel momento terribile della malattia; quello di mettere in scena uno stato d'animo (nel primo episodio, bellissimo); quello, raro nel cinema italiano, di lunghi piano sequenza che avvolgono il protagonista nel paesaggio. E ha il coraggio di negare il vittimismo. Ai quarantenni che ricordano quante cose orrende urlavano nei cortei e si lamentano di quanto sono diventati brutti adesso, Nanni Moretti risponde: «Voi urlavate cose orrende e siete diventati brutti. Io urlavo cose giuste e oggi sono un magnifico quarantenne».
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