Regia di Sam Peckinpah vedi scheda film
Bennie ha perso tutto,quello che vuole capire è perché la testa di un uomo possa valere tanto. Quando non hai niente da perdere tutti gli appigli saltano con l’aumentare dei proiettili e dei morti in un crescendo di violenza che alimenta se stessa. Prima sei disposto anche a profanare una tomba e a promettere alla tua donna di sposarla affinché ti conduca dove l’oggetto è sepolto insieme al resto del corpo. Dopo aver perso la donna e la testa l’oggetto dell’opera diventa il povero Bennie pronto ad andare fino in fondo alla faccenda. La violenza rimane l’unico modo per prevalere, per recuperare la testa per arrivare alla verità e alla fonte della scia di sangue e di vendetta. Non c’è scampo per nessuno, non c’è nessun eroe o anti-eroe da celebrare, anche la solita maniera estatica di far vedere la violenza del nostro qui si accorcia, non segue fino alla fine i corpi che vengono colpiti. Anche il ralenti ha perso quella volontà di voler sottolineare la tragica bellezza di quei momenti. Nella prima parte i progetti romantici di vita insieme di Bennie ed Elita chiariscono il rapporto del nostro verso le donne, sempre pronto a mettere in secondo piano le responsabilità coniugali e a non avere paura di tirarsi addosso le ire delle femministe come nella scena degli hippie,che dovrebbe essere una scena di stupro prima che sia Elita, che esercita il mestiere più antico del mondo, a prendere l’iniziativa e Bennie dia inizio alla lista. Nella seconda parte i ricordi della donna e i discorsi con la testa tagliata occupano la mente di un uomo pronto a chiudere il cerchio, ad andare dove tutto era cominciato. La distruzione porta all’autodistruzione e non c’è niente di consolatorio o di salvifico, non si può fuggire e non si vuole fuggire al proprio destino. Nessuno è innocente e non è possibile pagare tutto con i soldi. Film-ultimo anche se non l’ultimo di Peckinpah perché contiene il nocciolo duro e puro della sua visione della vita. Non c’è un finale crepuscolare a lasciare un po’ di speranza, nessuna epica da esaltare per un film nervoso, aggressivo, eccessivo e secco come un colpo di pistola. Film-testamento tra Messico e Bunuel, film-limite tra melodramma e orrore, film-definitivo tra Eros e Thanatos.
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