Regia di Fabrizio De Angelis vedi scheda film
Incarcerato ingiustamente, un uomo evade e va a farsi giustizia da solo.
Le dinamiche, i personaggi, i dialoghi sono sostanzialmente sempre gli stessi: siamo nei territori sconfinati del ‘cinema di genere’ e Cane arrabbiato rappresenta un buon lavoro di tale risma, mescolando in maniera sapiente azione, ritmo e una morale che affianca il concetto di giustizia a quello di vendetta personale. Dai tempi del peplum, transitando per la lunga epoca dello spaghetti western, il cinema nostrano da due soldi racconta storie simili, eppure quella di questo film ha la sua – per quanto limitata – originalità, una vivacità che le è propria. La sceneggiatura è di Dardano Sacchetti (David Parker Jr.) e di Fabrizio De Angelis, alias Larry Ludman, che è anche il regista: ben fatto, tenendo conto delle possibilità; valida soprattutto è l’idea di suddividere in tre netti segmenti la narrazione creando la giusta tensione nella prima parte (nella quale il protagonista viene incastrato), proseguendo con la sezione ambientata in carcere (dove la violenza non manca) per finire con fuga e messa in atto del piano di vendetta, con sequenze immancabili di inseguimenti e sparatorie. Mestiere, certo, e anche facce indimenticabili come quelle di Ernest Borgnine, Bo Svenson e Harry Silva, con il ruolo di protagonista affidato a Ethan – figlio di John – Wayne. 3,5/10.
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