Regia di Francesco Patierno vedi scheda film
...il dramma della guerra e del primo dopoguerra a Napoli attraverso lo sguardo di un ufficiale inglese...
Nei racconti di tanti anni fa dei miei genitori Napoli è stata una delle città più devastate dalla guerra. Occupazione tedesca, bombardamenti continui degli americani, fame, occupazione degli angloamericani e prostituzione dilagante. Questo film/documentario restituisce quell’epoca attraverso le memorie di un ufficiale britannico (Norman Lewis) che era sposato ad un’italiana e, di conseguenza, parlava italiano e per questo motivo fu assegnato ad un servizio di intelligence e curava i rapporti con gli italiani.
Il film è pieno di filmanti dell’epoca, girati dalle truppe americane che restituiscono l’immagine di una città distrutta e di una indicibile sofferenza della popolazione civile e della sua povertà, così lontana dalle immagini della propaganda fascista di poco tempo prima.
Alcuni filmati sono in presa diretta di eventi drammatici, l’esplosione della bomba a tempo nascosta dai tedeschi nell’edificio della posta centrale, l’eruzione del Vesuvio, le segnorine che si vendevano per una scatoletta agli americani. Nel documentario sono inseriti piccole scene tratte da film famosi su Napoli (Paisà, le quattro giornate di Napoli, Napoli milionaria, Chi si ferma è perduto, La pelle e altri). Questa commistione tra le scene autentiche e quelle prese dai film non mi sembra un’operazione molto riuscita. Avrei preferito un documentario basato solo sulle riprese degli operatori americani che sono di gran lunga più efficaci di qualunque film. Il documentario è sorretto dalla presenza di un attore che impersona forse l’autore del libro che, anziano, ripercorre in epoca attuale i luoghi che videda giovane ufficiale e commenta con intelligenza e sentimento le strazianti scene che vede. Colpisce nel commento la grande sensibilità verso questa popolazione così martoriata e che, tuttavia, non si piega e non perde la voglia di affrontare una vita così difficile senza perdere la propria identità ed anche la gioia di vivere. E questa particolare sensibilità dell’ufficiale inglese, che per sua natura dovrebbe essere pieno di alterigia, gli permette di cogliere e avere compassione per una città distrutta e per la sua popolazione.
Il film si conclude con le sorprendenti considerazioni di Norman Lewis che, dopo un anno passato in quei luoghi, dice che gli fosse dato di rinascere avrebbe voluto nascere e vivere a Napoli.
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