Regia di John H. Lee vedi scheda film
Nel 1950, durante la Guerra di Corea, il comandante delle forze "occidentali", Douglas MacArthur, progetta un'operazione coraggiosa, uno sbarco presso la citta' di Incheon, con lo scopo di tagliare i rifornimenti verso le posizioni piu' avanzate delle truppe nordcoreane e poter respingere il nemico verso nord. Per rendere possibile l'operazione, si avvale di un gruppo di 15 uomini, i quali devono recarsi ad Incheon ed infiltrarsi tra i militari nordcoreani, per carpire informazioni e compiere azioni preliminari. Il film mostra, con lunghe sequenze di azione, le imprese dei quindici. Nonostamte l'inizio caotico - avendo tutti le stesse divise non e' chiaro quali siano gli infiltrati e quali i soldati nordcoreani - la trama procede con linearita', alternando alle sequenze di azione, il racconto delle fasi di preparazione all'operazione, con l'attenzione puntata sul generale MacArthur. Fin qui tutto nella media; l'aspetto del film che rimane un po' indigesto, e' l'eccessiva "ideologizzazione", condita da abbondante retorica. I personaggi del film sono di due tipi. I buoni, sudcoreani o americani, animati da spirito di solidarieta', rispettosi dei legami familiari, legati alla propria terra; i cattivi, i comunisti, spietati, incuranti dei legami affettivi, boriosi e prepotenti. Il film non riconosce mezze misure. Ai nostri occhi cio' puo' apparire assai sgradevole, ma non dobbiamo dimenticare che il film e' stato prodotto in Corea del Sud, e cio' puo' essere conseguenza del clima di inimicizia tra il nord ed il sud della penisola asiatica. I personaggi appaiono stereotipati, proprio per questa rigida dicotomia. Nessun attore spicca sugli altri per bravura. Buone le ricostruzioni di divise ed ambienti. Un film che ha premesse interessanti, narrazione "insipida" e reso in parte sgradevole da un'eccessiva ideologizzazione.
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