Regia di Bruce Beresford vedi scheda film
Mac Sledge, un tempo celebre cantante country, ha toccato il fondo. Dopo l'ennesima sbronza (il film ci introduce nella vicenda in media res), risvegliatosi, chiede a Rosa Lee, la proprietaria del motel texano in cui ha alloggiato di passaggio, di poter lavorare al suo distributore di benzina. La giovane donna che vive con il figlio Sonny, accetta ed in cambio offre a Mac vitto e alloggio. Mac in passato era stato sposato con Dixie Scott, per la quale ha scritto le sue più belle canzoni, garantendo alla donna un enorme successo. Ha una figlia, ormai diciottenne, Sue Anne, che ha sempre visto pochissimo. Rosa Lee invece è rimasta vedova giovanissima: il marito è morto in Vietnam. Ironicamente così si descrive a Mac: "Sposata a 16 anni, mamma a 17, vedova a 18!" Tra i due si stabilisce ben presto un rapporto di affetto che sfocia in amore e culmina nel matrimonio. L'arrivo in tournée, nella città vicina, di Dixie e della figlia fa riaffiorare in Mac il suo passato, anche di musicista, tanto più che una giovane band vorrebbe il suo appoggio e la sua consulenza per potere finalmente emergere. Mac scrive una canzone per la ex moglie ma viene rifiutata dalla donna che mantiene nei suoi confronti un atteggiamento ostile e rancoroso. La figlia va a trovarlo e con lui ha un lungo incontro chiarificatore. Sue Anne fugge quindi via con un ragazzo della band della madre e si sposa, suscitando le ire della madre. In un incidente d'auto, la ragazza trova poi la morte. Mac dopo essere stato ai funerali di Sue Anne, torna a casa e ritrova in quell'armonia felice, costruita con Rosa Lee e il piccolo Sonny, l'ambiente ideale per riprendere la sua nuova vita. E' a loro che deve rivolgere un tenere ringraziamento. E' davvero un peccato che oggi ci sia quasi del tutto dimenticati di questo piccolo e bel film diretto dall'australiano Bruce Beresford (il suo titolo più famoso resta il riuscito "A spasso con Daisy" con la fenomenale coppia Jessica Tandy/Morgan Freeman). Eppure a suo tempo aveva vinto due Oscar belli pesanti: per la splendida interpretazione di un misurato e commovente Robert Duvall che per di più ha scritto gran parte delle canzoni che si sentono nel film e per la delicata ed intensa sceneggiatura di Horton Foote, già Oscar per lo script de "Il buio oltre la siepe" e che nell'occasione ha battuto giganti come Ingmar Bergman ("Fanny & Alexander") e Lawrence Kasdan ("Il grande freddo"). Ballata sentimentale venata di malinconia, "Tender mercies" è uno di quei film nostalgici che non si fanno più. Ritmo pacato, regia discreta ed attenta a dare alla vicenda il giusto realismo senza scadere nel mieloso, sceneggiatura profonda e sensibile, attori in magica luce. E' bello conoscere il protagonista Mac ed entrare nel suo mondo: si vorrebbe stare nei locali ad ascoltare la sua musica, chiacchierare con lui, condividere le sue esperienze, conoscere la sua storia, anche travagliata. Uno di quei personaggi cui ti affezioni fin da subito per l'onestà del suo sguardo e la semplicità del suo agire. Ma anche diversi personaggi di contorno funzionano a meraviglia: dalla dolce nuova moglie Rosa Lee (ottima Tess Harper), al gruppo di ragazzi fan di Mac e desiderosi di poter contare sul suo apporto per sfondare, fino al piccolo Sonny e alla figlia del protagonista, Sue Anne, interpretata da una giovanissima Ellen Barkin (efficace la sequenza in cui padre e figlia si ritrovano dopo anni). Un film caratterizzato da un'inconsueta gentilezza di tocco che conquista proprio per il modo confidenziale ed affettuoso, mai gridato né ridondante con cui racconta una storia tutto sommato ordinaria (emblematico il perfetto finale). Un plauso dunque e un tenero ringraziamento a regista, sceneggiatore ed interpreti per aver confezionato un'opera ricca di emozioni semplici ed autentiche, capace di offrire uno sguardo partecipe, credibile, inedito e non edulcorato sulla provincia texana. Oltre ai due Oscar, nomination anche per film, regia e canzone ("Over you"). In concorso al Festival di Cannes del 1983 accanto, tra gli altri, a Scorsese ("Re per una notte"), Weir ("Un anno vissuto pericolosamente"), Bresson ("L'argent"), Ivory ("Calore e polvere"), Tarkovsky ("Nostalghia") e Ferreri ("Storia di Piera"). 5 nominations anche ai Golden Globes ma premio solo per Duvall.
Voto: 7+
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