Regia di Silvano Agosti vedi scheda film
Agosti riesce a risultare pretenzioso perfino in un documentario composto di sole interviste, per sua necessità spoglio, minimale, concentrato sulle parole più che sulle immagini. I tre minuti finali che mostrano un ragazzo down che accarezza una bambola nel più totale silenzio possono (lasciare lo spettatore allibito e) chiarire la questione meglio di qualsiasi dettagliata analisi del cinema del regista bresciano. La sostanza comunque non manca: le domande che Agosti rivolge agli emarginati sociali (prostitute, transessuali, perfino uno sveglissimo bambino di nove anni, probabilmente il più intraprendente di tutti quanti) sono ficcanti, curiose, giustissime e spesso esprimono un punto di vista talmente neutro ed innocente sulle questioni trattate - fra le quali perfino la coprofagia - da reinventare argomenti abusati come possono essere l'amore ed il sesso. Colpisce senz'altro la scelta di non coinvolgere alcun maschio adulto nell'indagine, che d'altronde è rivolta esclusivamente a sessualità 'problematiche' o problematizzate. Tecnicamente è un prodotto spartano e poco più che casalingo (niente luci, niente musiche, montaggio rude, didascalie al computer che riportano direttamente al 1983 in cui la pellicola è uscita). 6/10.
Serie di interviste condotte dal regista a prostitute, transessuali, omosessuali e pure ad un bambino sul tema dell'amore, del sesso, della tenerezza.
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