Regia di Michele Lupo vedi scheda film
In una colonia romana sette gladiatori sono tenuti prigionieri dal tribuno Vadio, governatore non proprio illuminato. Riusciti a evadere, seminano il panico per la città e si apprestano a conquistare il palazzo di Vadio.
Sette contro tutti è la quinta regia di Michele Lupo; si consideri che erano trascorsi appena tre anni dalla sua opera prima (Maciste, il gladiatore più forte del mondo, del 1962) e che si tratta di un 'pokerissimo' di peplum, cioè di film storico-mitologici per giunta dalle trame piuttosto simili fra loro. Oltre a non brillare per fantasia, il Nostro si ritrovava a dover lavorare a ritmi serrati su prodottini di modestissima qualità e ambizioni scarse: anche in questo caso la regola è valida. Con un soggetto di Ernesto Gastaldi e una sceneggiatura di Lionello De Felice e Francesco Scardamaglia (figlio del produttore Elio), Lupo mette in scena un ormai risaputo polpettone di combattimenti, muscoloni e buoni sentimenti, con lieto fine assicurato per contratto. L'americano Roger Browne è l'energumeno protagonista di turno, non uno fra gli interpreti più gettonati del filone, e anche al suo fianco di nomi di un certo rilievo non v'è traccia: Josè Greci, Alfio Caltabiano, Erno Crisa, Harold Bradley e Mario Novelli compongono il resto del nucleo centrale del cast. Si segnala la presenza, in un personaggio connotato da una spiccata vena ironica, del nano Arnaldo Fabrizio, d'altronde neppure essa atipica: era già stato sul set di altre due pellicole del regista. Proseguendo nel suo percorso 'di genere', Lupo abbraccerà ora lo spaghetti western, lo spionaggio e infine raggiungerà la popolarità facendo a lungo coppia con Bud Spencer dalla fine degli anni Settanta. Qui, si può dire, stava solo facendo la necessaria gavetta. 2,5/10.
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