Regia di Andrew Dominik vedi scheda film
VENEZIA 73 - FUORI CONCORSO- NON FICTION
È trascorso non molto tempo dall'ultimo documentario 20000 days on hearth, visto a Locarno pochi anni orso o ed incentrato come questo sull'opera ed il talento del cantante Nick Cave.
E se già in questo documentario era possibile rintracciare segni di auto referenzialita', se non addirittura di auto compiacimento, era lecito partire prevenuti anche in questa seconda occasione.
Invece molte cose sono accadute da quella precedente esperienza: fatti e drammi noti probabilmente a chi segue con fervore il cantante, completamente ignoti a me.
Con l'occasione dell'uscita del suo nuovo lavoro discografico, il cantante si apre al suo pubblico riferendosi tratti del suo stato d'animo, e di quello degli altri suoi membri della famiglia, in seguito alla scomparsa per incidente del suo figlio maggiore.
Nessuna notizia è comunicata direttamente o con taglio cronaxhistico, ma tutto viene accennato con tatto ed una rassegnata volontà ad andare avanti.
Nelle mani del talentuoso regista Andrew Dominio, One more time with Feeling, col suo bianco e nero cupo ed esasperato, esaltato dal vestire elegantissimo e perennemente scuro del cantante, e reso ancor più elegante da un 3D che ci insinua tra le porte e le pareti chiuse, o da esse ci permette di uscire e trovare la libertà dopo carrellata ad ellissi davvero strabilianti, il documentario finisce per essere una garbata, sofferta ma dignitosa elaborazione di un lutto inaccettabile.
Dignitoso, si certo, è pure coraggioso.
Dedicato strettamente agli appassionati di Nick.
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